Dopo il nuovo stop a fiere e sagre contenuto nel dpcm varato dal governo il 18 ottobre, il presidente di Confesercenti Emilia Romagna Dario Domenichini interviene sul provvedimento giudicato «una scelta senza senso per un settore già in difficoltà».
In rappresentanza della categoria e insieme di Anva (Associazione nazionale venditori ambulanti), Domenichini dichiara: «La chiusura di fiere e sagre prevista dal nuovo Dpcm ci coglie del tutto di sorpresa e colpisce un settore già in difficoltà come quello del commercio su area pubblica. Queste attività dal 18 maggio hanno seguito tutti i protocolli di sicurezza e, laddove non si potevano garantire, non sono state aperte. Inoltre, non ci sono informazioni di focolai causati in questi luoghi che si svolgono peraltro all’aperto e nel rispetto dei protocolli vigenti. Non ci sono stati, infatti, momenti di tensione nelle iniziative svolte né necessità d’intervento da parte delle forze dell’ordine per evitare assembramenti e disapplicazione delle normative.
Sagre e fiere in Emilia Romagna rappresentano un volano di promozione del territorio e occasioni importanti per la commercializzazione dei prodotti tipici e questo è il periodo più intenso per queste attività. Il blocco rappresenta perciò, a giudizio di Anva-Confesercenti un duro colpo all’economia locale.
«Non capiamo perciò il motivo per cui si è voluto colpire cosi duramente questo settore e chiediamo che la Regione si faccia interprete verso il governo dell’assurdità di questa scelta», conclude il presidente.