Confindustria Alberghi replica a Franceschini: “Servono incentivi alla riqualificazione”
Immediata replica di Confindustria Alberghi alle considerazioni del ministro Mibact Dario Franceschini esposte durante l’audizione in commissione al Senato che sembrano escludere categoricamente l’ipotesi di un piano di supporto agli investimenti per riqualificare le strutture ricettive italiane.
In una nota ufficiale l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi esprime preoccupazione per l’approccio del ministro, ricordando che “in questa fase l’impegno delle aziende si concentra su un unico obiettivo, rinascere più forti di prima per uscire da una crisi che ormai blocca l’operatività da oltre due mesi. Fornire liquidità al settore attraverso una soluzione ad hoc per gli italiani in vacanza e promuovere le nostre destinazioni al mercato interno è utile ma certamente non indispensabile per un segmento che ricordiamo pesa il 13% del pil nazionale”.
La nota prosegue ribadendo che “in piena emergenza nessuna misura da sola può bastare a risollevare le sorti di un sistema economico ma certamente fornire specifici incentivi agli alberghi può aiutare il settore anche e soprattutto a sostenere tutti i lavoratori e le tante famiglie che vivono di turismo. Non c’è più tempo per i se e per i ma, il cambio di passo che chiediamo a gran voce non lascia dubbi di interpretazione ed è evidente quanto lo stato in cui versano le aziende e la mole di investimenti che verranno richiesti rappresentino il motivo più urgente del piano stesso posto al vaglio del Governo in queste ore.”
La nota dell’associazione di area confindustriale si conclude sottolineando che: “la voglia di ripartire è tanta e le imprese, con difficoltà ma con lo sguardo rivolto al futuro, oggi hanno la possibilità di intervenire per ristrutturare è riqualificare esterni ed interni dell’edificio senza produrre perdite vista la diminuzione o la quasi totale assenza di clientela all’interno dell’albergo. I mesi di lockdown hanno pesato come macigni sull’intero comparto e riconoscere una misura che favorisca un’offerta di qualità per il prossimo futuro ci sembra doveroso. Per questo ci auguriamo che la scelta del ministro venga rivista e corretta prima del tanto atteso decreto di aprile (ormai maggio).”