«Se nuovo corso deve essere, che lo sia davvero, con provvedimenti incisivi e segnali forti rivolti ai principali settori economici del Paese, a partire dal turismo». Lo ha detto Luca Patanè, presidente di Confturismo, sostenendo come sia ora che «lo sviluppo e la visione strategica del settore siano posti sotto la regia di un ministero dedicato oppure, in attesa che il turismo diventi per Costituzione materia di competenza concorrente Stato-Regioni, a un Dipartimento forte e ben strutturato presso la presidenza del Consiglio dei Ministri».
Mentre Mario Draghi va quindi verso il Quirinale per la formazione del nuovo governo, Luca Patanè chiarisce la sua posizione e ribadisce alcuni punti fondamentali sul turismo, a maggior ragione dopo le parole del premier incaricato, che durante le consultazioni con le parti sociali ha definito il travel «settore su cui investire».
«Nella crisi della pandemia – prosegue Patanè – si è resa evidente la centralità del nostro settore: dove è venuto meno il turismo sono crollate le transazioni del commercio, dei trasporti, di tutte le tipologie di servizi, persino il gettito delle imposte locali. E allora perché continuare a confinarlo come una componente di altri comparti, cosa che avviene da anni, con l’assegnazione delle competenze sul settore al ministero dei Beni culturali, poi a quello delle Politiche agricole e forestali e da ultimo di nuovo alla Cultura?».
Le esperienze maturate in questi passaggi, conclude il presidente di Confturismo, «sono state tutte importanti e positive, ma la trasversalità del turismo non si esaurisce nel campo della cultura, né in quello dell’agricoltura né in altri. Rappresentiamo il 13% del PIL, incluso l’indiretto e l’indotto, e impieghiamo il 15% della forza lavoro».