Solo quattro italiani su 10 hanno già prenotato le vacanze estive e la maggior parte di loro resterà anche quest’anno in Italia con una spesa media prevista fino a 1.080 euro per soggiorni di almeno una settimana. Sono questi i primi dati che emergono dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio risultato delle più recenti rilevazioni di fine aprile.
Nonostante ciò, però, la voglia di vacanza vince su tutto: l’indice di propensione al viaggio torna allo stesso livello pre pandemia a 67 punti (su scala da 0 a 100) e 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 sono intenzionati a partire nel periodo estivo, anche se in uno scenario caratterizzato da una certa volatilità. Da un lato, quindi, si assiste ad un vero e proprio nuovo stile di vacanza all’insegna della libertà di scelta e di cambiare idea, dall’altro, si avverte un segnale di forte cautela da parte della domanda, anche perché ben 6 italiani su 10 si dichiarano preoccupati per le conseguenze dell’inflazione e del caro energia.
In cima alla classifica delle preferenze di vacanza – secondo l’Osservatorio – c’è, come da tradizione, il mare, seguito dalla montagna e dall’esperienza culturale, in città e luoghi d’arte che includono i piccoli borghi. In aumento anche il “raggio degli spostamenti”, che di norma è indice di una maggiore propensione alla spesa: l’85% degli italiani sceglierà mete nazionali, in 6 casi su 10 al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’estero che, per più di due terzi, sarà in Europa.
Per la vacanza principale, quella di 7 giorni o più a destinazione, gli intervistati dichiarano che spenderanno in media 1.080 euro, che si riducono a poco più di 600 euro per i break di durata inferiore, da 3 a 7 giorni.
Torna anche una logica “non Covid” nella scelta delle strutture ricettive dove trascorrere le ferie, a dimostrazione del fatto che gli italiani sembrano essersi finalmente gettati alle spalle i timori per la pandemia. Se ad aprile di un anno fa, per la vacanza estiva principale, il 34% degli intervistati optava per l’affitto di una casa, mentre il 26% sceglieva un albergo, oggi è l’esatto contrario: il 31% andrà in una struttura alberghiera e il 21% in case in affitto.
«Dopo due anni di profonda crisi, il turismo sta tornando ai livelli pre-Covid. Le prospettive per l’estate sono positive anche se guerra, inflazione e caro energia preoccupano ancora fortemente. Per questo, le nuove misure di sostegno sono fondamentali anche per le imprese del turismo che è il settore da cui davvero può ripartire tutto il nostro sistema economico», ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.