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Consegne-lumaca degli aerei: Iata (ri)lancia l’allarme

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In 12 mesi nulla è cambiato, i problemi nella catena di fornitura del settore aereo restano gli stessi. Quando si sono trovati a fare il punto della situazione a Dubai, nell’assemblea generale della Iata, i dirigenti delle compagnie aeree di tutto il mondo hanno constatato che le preoccupazioni sono identiche a quelle espresse un anno fa a Istanbul.

Tanto è vero che Iata prevede che, nel 2024, il numero totale di voli commerciali sarà di 38,7 milioni, ovvero 1,4 milioni in meno rispetto alla stima di dicembre, una diminuzione attribuibile proprio ai ritardi nella consegna degli aerei. «La cosa migliore che posso dire è che la situazione sembra non essere peggiorata», ammette il direttore generale della Iata, Willie Walsh.

Quest’anno, nel complesso, sono previste 1.583 consegne di aerei, l’11% in meno rispetto a pochi mesi fa. Nel primo trimestre bene Airbus con 142 aerei, in aumento rispetto ai 127 dell’anno scorso. Male invece Boeing, in piena crisi: consegne crollate a 83 dai 130 dello scorso anno, a causa di un controllo più rigido del suo programma 737, deciso dalla Faa dopo l’incidente al volo di Alaska Airlines di gennaio.

Di conseguenza, i ritardi hanno obbligato i vettori a utilizzare gli stessi aerei più a lungo, fattore che sta mettendo a dura prova il mercato dei ricambi, complice l’inaffidabilità dei motori di nuova generazione rispetto ai precedenti.

Secondo il ceo di United, Scott Kirby, i problemi della catena di fornitura del settore «sembrano aver toccato il fondo, però c’è un’ampia consapevolezza dei problemi e questo significa che possiamo risolverli». In attesa del verdetto della Commissione Ue sul matrimonio Ita-Lufthansa, l’amministratore delegato del Gruppo tedesco, Carsten Spohr, è pessimista: «Non credo verremo a capo della situazione rapidamente».

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