L’Italia non è pronta a ripartire. Il lockdown anti coronavirus – con le limitazioni agli spostamenti – durerà almeno fino al 3 maggio. Subito dopo, è prevista una riapertura graduale di tutte le attività, con la supervisione di una task force di esperti. Lo conferma in via ufficiale il premier Giuseppe Conte nella conferenza di venerdì santo, annunciando l’arrivo di un nuovo dpcm, che precederà un ulteriore decreto a sostegno dell’economia.
«L’auspicio è che poi si possa ripartire con cautela e gradualità, ma è necessario tenere alta l’attenzione anche a Pasqua», afferma il primo ministro, che invita a guardare alla fase 2. In che modo? Sollecitando le aziende a «utilizzare questo periodo di stop per adeguarsi ai protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro».
Da Conte anche un accenno all’industria dei viaggi, su cui la soglia di attenzione appare altissima: «Riattivare il turismo significherà accogliere persone dall’estero; quel giorno dovremo essere attrezzati con misure tali da poter prevenire il contagio di ritorno».
Già prima della conferenza del premier, Confindustria Alberghi aveva acceso i riflettori sul dramma di chi opera in strutture in affitto. Una problematica che riguarda quasi il 50% degli operatori in Italia. “Chi si trova in affitto – afferma l’associazione – è nell’impossibilità, in questo momento in cui gli incassi sono a zero, di fare fronte a un costo che può arrivare anche al 20-25% dei ricavi. Il decreto di aprile è l’ultima chiamata per tutelare tante imprese che rischiano, se non interveniamo subito, di non riaprire o di finire in mano a speculatori”.