MALTA – Grande ottimismo per il 2024, che potrà finalmente aiutare a recuperare i tre anni di blocco a causa del Covid, ma anche consapevolezza che ci saranno problemi di capacità di spesa da parte dei consumatori. Il maggiore ostacolo da superare è quello delle risorse umane che continuano a non essere sufficienti e adeguate alla richiesta. Questo il profilo del settore del turismo tratteggiato dal presidente di Fto, Franco Gattinoni, all’apertura della Convention della federazione al Dragonara hotel di Malta con circa 60 delegati in rappresentanza dei 1.900 iscritti all’associazione. Tra i presenti anche il ministro del Turismo di Malta, Clayton Bartolo.
A fronte di un ottimismo preponderante tra tutti i soci (l’80% si aspetta una crescita del business nel 2024), Gattinoni ha sottolineato il problema dei rapporti con le compagnie aeree. Soprattutto con quelle europee che hanno quasi azzerato le commissioni, a differenza di quella del mondo anglosassone. E questo impedisce di recuperare anche i semplici costi vivi di chi nel proprio prodotto turistico vende consulenza e garanzie per chi viaggia.
Il turismo produce risorse economiche che, però, vanno reinvestite sul territorio. Invece le amministrazioni comunali lo considerano una fonte per ripianare i propri bilanci. E questo provoca, poi, malumori tra i residenti i quali vedono solo i disagi che derivano dalle presenze turistiche e, in certi casi, dall’overtourism. Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto, nella sua relazione di apertura della convention ha fatto una carrellata delle problematiche sulle quali l’organizzazione di rappresentanza della filiera del turismo organizzato si sta impegnando.
L’INCOMING E IL NODO COMPAGNIE AEREE
I rapporti con la pubblica amministrazione sono sicuramente un elemento importante soprattutto per l’incoming, dato che è all’interno dei territori che poi si trovano ostacoli normativi che impediscono di offrire ai turisti servizi efficienti. Come le aree sosta per i pullman o le decisioni sulle limitazioni agli ingressi in determinate aree, o perfino interi territori comunali, prese senza ascoltare il punto di vista degli operatori.
Sull’altro versante, ci sono le compagnie aeree, che offrono il servizio fondamentale per raggiungere le proprie destinazioni di vacanza o di lavoro, ma sono sempre meno collaborative e sembrano voler giocare la partita da soli. Milani ha citato, nello specifico, il caso delle low cost che ricevono contributi dall’Italia per 500 milioni di euro, dei quali circa il 60% destinati a Ryanair: «Abbiamo dovuto dare corso a una class action – ha detto Milani – Nonostante nel nostro Dna non ci sia il conflitto ma piuttosto la collaborazione con tutti gli interlocutori di questo settore. Ma siamo arrivati al punto che una compagnia aerea non ci lascia accedere alle sue prenotazioni e prova a vendere i servizi accessori, come se fosse un tour operator».
Oltre a queste iniziative nei confronti delle istituzioni, con una presenza negli organismi politici italiani ed europei che devono determinare le nuove normative del settore, e le relazioni continue con gli altri player coinvolti nel complesso business del turismo, Milani ha accennato alle varie iniziative che la federazione sta già realizzando o ha in cantiere per adeguare la preparazione dei propri associati alla richiesta di un mercato che cambia continuamente e che chiede servizi sempre più complessi.
Ha citato quindi le iniziative formative e l’attenzione alle nuove tecnologie, a cominciare dall’intelligenza artificiale, per le quali sono state già avviate delle attività grazie alle quali questi non saranno più dei concorrenti del lavoro di agenzie di viaggi e tour operator ma, piuttosto, degli alleati che consentiranno loro di offrire servizi sempre più adeguati alla domanda.