Continuano le pressioni del ministro del Turismo Massimo Garavaglia su Palazzo Chigi per ottenere dal collega della Salute, Roberto Speranza, l’ok all’apertura dei corridoi turistici, preannunciati qui.
Questa volta l’esponente leghista scrive al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli, per ribadire le difficoltà del turismo organizzato e la necessità di riattivare i flussi turistici almeno per le seguenti destinazioni: Maldive, Mar Rosso, Seychelles, Mauritius, Tanzania e Aruba.
Riportiamo il testo integrale della lettera a firma Garavaglia.
Gentile Sottosegretario,
ti ringrazio per l’attenzione e il sostegno che hai assicurato alle iniziative proposte dal mio ministero, che hanno consentito nel corso dell’estate di avviare concretamente la ripresa del settore turistico nazionale. Infatti, i primi dati sulla stagione estiva sono confortanti.
Sebbene le misure adottate abbiano aiutato il settore che più degli altri ha risentito in termini economici della situazione pandemica causata dal Covid-19, vi sono ancora delle attività che risultano essere fortemente penalizzate dalle limitazioni previste dalla disciplina nazionale, tra cui, in particolare, quelle legate al cd. turismo outgoing verso mete extra Ue/Schengen.
L’articolo 49 del dpcm 2 marzo 2021, infatti, sancisce un generale divieto di spostamento per gli Stati e i territori di cui all’Elenco E dell’allegato 20 al medesimo decreto, salvo che tale spostamento sia giustificato da comprovati motivi di lavoro, urgenza, salute, studio o rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Pur riconoscendo l’indispensabilità che i protocolli sanitari rivestono nello scenario attuale, Ti rappresento l’importanza di un intervento sulla normativa in esame, considerato che la vigenza di tali limitazioni determina ripercussioni significative sul comparto del turismo organizzato, per il quale le vendite su Italia e mete europee rappresentano solo il 15% del fatturato complessivo, a fronte di un 85% di fatturato rappresentato invece dalla vendita di mete extra Ue/Schengen.
In proposito, tuttavia, devo segnalare che spesso le limitazioni imposte per esigenze sanitarie sono aggirate attraverso punti aerei fuori dai confini nazionali con voli operati da vettori stranieri. Esiste inoltre la concreta possibilità che i passeggeri dichiarino fittiziamente un “comprovato motivo”, avendo prenotazioni alberghiere effettuate con realtà straniere, generando quindi anche una distrazione di investimenti dalle aziende italiane e andando così ulteriormente a penalizzare lo stato di crisi del settore.
A tal riguardo, al fine di favorire la ripresa regolamentata dei flussi turistici verso una selezione di Paesi al di fuori dell’area Schengen, in linea con quanto già avviene per i principali Paesi membri dell’Unione, già da tempo attivi nella progressiva e controllata riapertura degli spostamenti turistici anche extra Ue, ti propongo di adottare gli stessi protocolli già implementati e ampiamente sperimentati su diverse destinazioni.
In particolare, riteniamo percorribile l’apertura per i seguenti Paesi: Maldive, Egitto (intese le zone turistiche del Mar Rosso, Sharm El Sheikh e Marsa Alam, dove il Governo ha assicurato la totale vaccinazione del personale a contatto coi turisti), Seychelles, Mauritius, Tanzania (limitatamente all’isola di Zanzibar), Repubblica Dominicana (vaccinato tutto il personale a contatto coi turisti) e Aruba.
La scelta di tali Paesi è stata effettuata sulla base di criteri che tengono conto della possibilità di essere raggiunti da altre nazioni europee (es. Spagna, Francia, Germania), di avere una percentuale di popolazione locale vaccinata elevata (vicina o superiore al 50%), di avere località ad alta o prevalente destinazione turistica che, pur non avendo vaccinato in maniera massiva la popolazione, hanno comunque provveduto a vaccinare tutto il personale di contatto coi turisti (personale aeroportuale, trasportatori, guide, personale degli alberghi), nonché dei Paesi nei quali gli operatori turistici agiscono in “pieno controllo”, ossia presidiando la struttura alberghiera e i servizi accessori quali escursioni, trasferimenti etc.
Inoltre, al fine di garantire la sicurezza dei nostri connazionali nell’ambito dei viaggi organizzati, propongo altresì l’adozione delle seguenti misure, che peraltro rappresentano una consolidata prassi per gli operatori del turismo organizzato e assicurano un processo di gestione totalmente sicuro: l’adozione di polizze specifiche per tutti i viaggiatori al fine di garantire la massima assistenza sanitaria in loco e, al bisogno, il rientro in Italia; l’operatività con voli diretti col modello voli Covid tested e quindi prevedere l’imbarco, sia in andata sia in rientro, solo ai passeggeri muniti di Green Pass Europeo; l’operatività con voli che adottino protocolli di sicurezza conformi alle linee guida di Easa, Iata e Enac; l’operatività di trasferimenti che seguano tutti i protocolli sanitari anti Covid applicati in Italia; l’assistenza continua ai nostri connazionali durante l’intera vacanza (prettamente stanziale e balneare in strutture selezionate), in modo che i servizi fruiti nel corso del viaggio rispettino sempre norme e cautele sanitarie (sanificazione, distanziamento, etc).
Ritengo che una ripartenza in sicurezza dei flussi turistici extra Ue/Schengen sia l’unica misura atta a garantire la stessa sopravvivenza delle aziende interessate e sia altresì utile ad arginare il rischio a livello sanitario che può generare l’aggiramento dei vincoli verso destinazioni turistiche Extra Ue da aeroporti fuori confine.
Infine, è evidente la penalizzazione concorrenziale che tali vincoli stanno generando nei confronti delle aziende turistiche nazionali rispetto ai principali competitor internazionali, compromettendone anche la futura ripresa.
Nel ringraziarti per la preziosa collaborazione che sono certo dedicherai alla questione, sono a tua disposizione per ogni approfondimento che possa ritenersi necessario.
Massimo Garavaglia