Site icon L'Agenzia di Viaggi Magazine

Così il Covid ha cambiato la travel industry: tutti i trend del 2021

travel viaggi valigia_adobe

Il turismo è un’industria ancora tanto fragile e incerta a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria, ma che vede nelle politiche di flessibilità in merito a prenotazioni e cancellazioni, nella personalizzazione di prodotti e servizi, nella vaccinazione diffusa, nelle misure sanitarie e di sicurezza adottate da destinazioni e prestatori di servizi le chiavi di volta per la ripresa del settore. A dirlo è la nuova ricerca Global travel distribution – Covid-19 impact, realizzata da Aigo e Travel Consul tra gennaio e febbraio su oltre 1.200 professionisti del settore, di cui il 66% del campione italiano lavora in agenzie di viaggi e il 28% in tour operator.

«L’obiettivo è quello di fornire una visione aggiornata del sentiment dell’intermediazione turistica italiana e globale in questo particolare momento – dichiara Massimo Tocchetti, presidente di Aigo e board member di Travel Consul – Analizzando le risposte degli addetti ai lavori intervistati, che operano in oltre 20 Paesi al mondo, possiamo dedurre che anche il 2021 sarà un anno in divenire per il comparto, con il turismo di prossimità ancora protagonista, almeno per l’estate e fino a quando le vaccinazioni non saranno diffuse in modo massivo. La ripresa dei viaggi internazionali sarà anche aiutata da certificazioni sanitarie, protocolli di sicurezza, e flessibilità in merito a politiche di prenotazione e cancellazione».

RIPRESA? A PARTIRE DAL PROSSIMO ANNO. In generale, in Italia come in Europa e a livello globale, c’è ancora grande incertezza nel comparto viaggi e turismo. Le stime di ripresa sono concentrate a partire dal prossimo anno. Rispetto all’edizione di settembre 2020, scende l’aspettativa di una ripresa nel terzo e quarto trimestre 2021, passando dal 34% all’odierno 4,1%.

Un dato positivo si riscontra invece sulla propensione dei clienti verso i viaggi futuri, con un travel trade italiano che risulta essere cauto, ma di fondo ottimista dal momento che da parte dei clienti prevale il posticipo delle prenotazioni sulle cancellazioni. Seppur prudenti, il 36% dei consumatori italiani guarda alla stessa destinazione che ha prenotato, il 45% sta aspettando per decidere le nuove date e la destinazione del viaggio precedentemente prenotato, mentre il 19% dei clienti vorrebbe cambiare meta. Le cancellazioni in Italia calano di 11 punti percentuali, passando dal 46% all’attuale 35%.

MENO QUARANTENA E PASS SANITARI. Dalla risposta italiana, in controtendenza con quella europea e globale, emergono la necessità di ridurre il periodo di quarantena, così come la possibilità di accedere a test Covid-19 gratuiti e il rilascio di un certificato sanitario (52%). Un aumento delle prenotazioni è atteso dopo che il vaccino sarà stato ampiamente somministrato (40%), con il 73% dei rispondenti in Italia che crede nell’impatto favorevole sulla richiesta di viaggi internazionali a seguito dell’eventuale adozione del certificato di immunità. Allo stesso modo la pensano il 66% degli intervistati globali e il 63% di quelli europei.

A conferma di quanto emerso, gli italiani sono più restii nel fissare date di viaggio precise (66%): nel nostro Paese prevale un atteggiamento più cauto rispetto alla media europea (39%) e a quella globale (41%). In seconda battuta, in Italia (16%) come in Europa (24%), i viaggiatori tendono a prenotare con scarso anticipo: meno di 30 giorni dalla data di viaggio.

IL PESO DELLE CERTIFICAZIONI DI SICUREZZA. Gli operatori italiani dell’intermediazione, più di tutti, ritengono importanti le certificazioni di sicurezza da parte dei Paesi e delle organizzazioni internazionali del turismo.

La presentazione di dati utili e puntuali ricopre importanza crescente. In particolare, in Italia aumenta la fiducia nelle destinazioni, che passa dal 31% della scorsa edizione all’attuale 43%, a discapito delle attestazioni da parte degli hotel, che scendono dal 12% al 4%.

PAROLA D’ORDINE INNOVAZIONE. Secondo il campione italiano innovazione è la parola chiave per poter ripartire; resta infatti alta la percentuale di coloro che intendono valutare nuove soluzioni per innovare il prodotto: l’85,5% è pronto a considerare nuove destinazioni, l’82,9% nuovi hotel e resort, l’81,8% nuovi fornitori. I dati europei e globali rispecchiano quelli italiani.

I social media continuano a rappresentare il canale marketing su cui puntare, in particolare in Italia.

AVANTI TUTTA CON IL TURISMO DI PROSSIMITÀ. I dati della nuova ricerca confermano invariata la propensione al turismo di vicinanza per quanto riguarda il campione italiano, con l’Europa presente nel 59% delle risposte e un timido sguardo al lungo raggio: in percentuale decisamente più bassa (9%), vengono indicate le Americhe.

Il Sud Europa è l’area più gettonata a livello globale: il 79% degli italiani, il 72% degli europei e il 64% dei global. Il Nord Europa è indicato soprattutto dagli italiani (15%), mentre l’Europa Occidentale è scelta dal 18% dei global e solo dal 4% degli italiani.

L’Italia risulta essere la destinazione preferita dai clienti italiani ed europei, seguita da Maldive, Usa, Grecia, Spagna ed Emirati Arabi. Mentre a livello globale la scelta ricade su Usa, Europa, Italia e Maldive.

VIAGGI IN SOLITARIA, CROCIERE E RESORT ALL INCLUSIVE. Per quanto riguarda le soluzioni che riscuotono maggiore interesse, i viaggi in solitaria vengono indicati dal 66% degli intervistati italiani, in crescita rispetto alla precedente rilevazione. Si registra una crescita di interesse anche verso i resort all inclusive (dal 7% al 23%); nelle crociere marittime (dall’1% al 15%); negli hotel e resort (dal 13% al 22%) e nei piccoli gruppi (da 13% al 21%).

Per i viaggi internazionali prevale un atteggiamento di attesa, con prenotazioni che vengono effettuate a meno di un mese dalla partenza (16% in Italia, 24% in Europa), contrapposte a quelle fatte con 7-12 mesi di anticipo, come indicato dal 20% del campione globale. La durata dei viaggi è rimasta per lo più inalterata. Ne è convinto il 60% del travel trade italiano. Sempre in Italia, il 15% pensa che sia aumentata da 1-7 a 8-14 giorni, mentre  il 24% ritiene che la durata sia diminuita.

Exit mobile version