La seconda giornata della kermesse fiorentina è l’occasione per tutto il management di Enit per presentare progetti e piani di sviluppo. C’è il consigliere delegato, Fabio Lazzerini, c’è il direttore esecutivo, Gianni Bastianelli, c’è soprattutto Roberta Milano. E la platea di Bto, rimasta orfana della sua cofondatrice, è tutta per lei.
«Non si tratta di sviluppare una strategia digital, ma di sviluppare una strategia nell’era digitale», così si riassume la visione della manager che gioca subito le sue carte. «Abbiamo presentato un progetto insieme al Mibact per rinnovare il portale Italia.it. Non ci sarà più una redazione che produrrà contenuti per il sito, ma il portale sarà un grande aggregatore di content. C’è così tanto materiale prodotto in rete, anche dalle singole regioni o destinazioni, che non ha senso lavorare su nuovi contenuti. Piuttosto, il sito deve essere mobile first». La versione digital dell’Italia, quindi, non si discosta del Paese reale. In breve, i prodotti ci sono ma bisogna saperli confezionare e vendere.
«La priorità è sviluppare una immagine coordinata e dare accesso a tutti gli operatori all’enorme mole di dati che il web produce», continua Roberta Milano. «Lavoriamo sui big data e sul sentiment per anticipare la domanda dei mercati esteri e rispondere tempestivamente. Per questo il nuovo portale sarà un aggregatore in grado di presentare determinati contenuti a seconda dell’area geografica dai cui provengono i visitatori».
In termini operativi, la manager delinea le prossime mosse: «Stiamo pensando a un restyling di logo e nome per l’intera struttura, nascerà la global page di Enit su Facebook e per la prima volta faremo delle campagne promozionali sui social network, già questa è una rivoluzione. Il mio obiettivo è, infatti, portare l’Enit nel XXI secolo».
Ma rispetto agli operatori come può essere utile la nuova strategia digital? «Le nostre ricerche e analisi di big data ci permetteranno di avere dei risultati in tempo reale e renderli accessibili a operatori e imprenditori in una forma chiara e comprensibile. Produrremo una dashboard di informazioni costantemente aggiornate che saranno fruibili anche da chi non è esperto di statistica».
La platea applaude e si incuriosisce, celando la naturale diffidenza verso gli annunci, ma allo stesso tempo galvanizzata da una manager di quello che era considerato un “vecchio ente”, che parla la lingua delle aziende più rampanti.
Se sarà svolta, sarà il tempo a dirlo. Intanto Roberta Milano sembra avere le idee molto chiare: «L’Enit è un brand nella parte rivolta agli operatori, ma c’è da ricostruire un sistema di fiducia che parta anche dall’attività social dedicata al B2B».