Così Ota Viaggi blinda il mare Italia
Occhio che c’è Thomas Cook. Attenzione a Tui. Guardiamoci da Neckermann. L’Italia fa gola agli inglesi, ai tedeschi, partiti all’assalto di resort e villaggi per l’estate che verrà. In assenza di Turchia e Nord Africa, si sa, hanno spostato la mira sulle nostre coste, giocando di anticipo per il 2017. Ed è testa a testa tra operatori italiani e stranieri per gli allotment. «La posta in gioco è alta, bisogna stare in guardia. Se non ci sbrighiamo rischiamo di restare senza posti letto». Pragmatismo, dunque. Nessun sofisma. È l’approccio di Massimo Diana, direttore commerciale di Ota Viaggi, il t.o. di casa Aprea che spopola tra le adv, soprattutto quelle del centro-sud, con un prodotto che – confermano gli intermediari – ha il suo baricentro nel rapporto prezzo-qualità. Un operatore sano, basato a Roma e specializzato nel mare Italia, che nel weekend di NF (quando il rischio defezione era alto) è riuscito a portare al Marina Rey Beach Resort della Iti Hotels, in zona Costa Rei, 112 agenti di viaggi per l’educational-convention. «Chi se lo aspettava», sorride il manager. E invece sì che se lo aspettava.
Qual è la strategia per strappare camere ai tedeschi?
«Semplice: muoversi in fretta. Abbiamo anticipato le contrattazioni di almeno un mese e mezzo per ottenere il massimo. Ci impegnamo a blindare il prodotto per garantire il mare italiano agli italiani».
E gli italiani apprezzano?
«A quanto pare sì. Nelle nostre quattro strutture in esclusiva in Sardegna (una di queste è il Baia Aranzos a Golfo Aranci, visitato dagli agenti, ndr) e nei Club Esse della nostra società-sorella il riempimento medio dell’estate 2016 è stato del 101,4%. Cose da non dormirci la notte. Nelle nostre strutture siamo attenti a ogni dettaglio. E se un agente, su segnalazione di un cliente, ci fa sapere che mancano le grucce nell’armadio o il gancio per i teli in bagno, interveniamo sulla direzione. Il ruolo del tour operator è anche questo: supportare gli hotel affinché migliorino».
Il mestiere del t.o. è anche incastrare le tessere del puzzle alloggio-trasporti-servizi. Dopo l’operazione nave gratis sulla Sardegna, vi preparate a lanciare la Sicilia con voli low cost. Avete preso accordi con Ryanair?
«No. Le compagnie non hanno voluto trattare, ma siamo andati avanti ugualmente. Proporremo una quota fissa forfettaria per chi acquista autonomamente il volato low cost, anche con largo anticipo».
Ovvero?
«Da dieci a trenta euro per andata e ritorno. A persona, naturalmente. È l’unico modo, questo, per portare i clienti in agenzia».
Mentre il maxi catalogo Sardegna & Mare Italia 2017 si prepara ad andare in stampa, e l’azienda di Mimmo Aprea si appresta a celebrare il trentennale, la comunicazione al trade si intreccia al commerciale con un roadshow a tappe con una serie di partner: Tirrenia-Moby, Corsica Sardinia Ferries, Allianz, Idee per Viaggiare e Msc, con cui Ota sta provando a mettere in piedi una collaborazione – simile a quella della compagnia con IpV – per abbinare alla crociera nel Mediterraneo il soggiorno in una struttura del t.o. in Italia, prevedendo il ritorno in traghetto con l’opzione nave gratis.
Partirà da Milano, Piacenza e Parma (passando per Torino, Asti, Cuneo; poi Bologna, Ancona, Pescara e via dicendo) un giro d’Italia di “inviti a cena”: «Città dopo città – anticipa Diana – inviteremo una selezione di agenti di viaggi con i rispettivi compagni. L’idea è quella di trascorrere insieme una serata piacevole raccontando le novità di Ota e dei nostri partner».
Così sono state le serate al Marina Rey: piacevoli. Con gli ultimi clienti che ballavano la rumba. E tra un mirto e un filu e ferru, abbiamo chiesto agli agenti un punto di vista schietto su Ota. E la risposta è stata netta: si vende bene, il rapporto prezzo-qualità è vincente, nessuno si è mai lamentato.
No complaints per capitan Massimo e il suo team, che ha appena rinnovato la partnership con Iti Hotels sulla Sardegna per i prossimi quattro anni. Cose da non dormirci la notte.