by Andrea Lovelock | 17 Ottobre 2019 13:06
Cresce la preoccupazione di Federalberghi sulle conseguenze del crac Thomas Cook per le imprese italiane. Il presidente della federazione, Bernabò Bocca, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in attesa del voto sugli emendamenti al decreto Legge sulle crisi aziendali che sono calendarizzate nelle Commissioni X e XI del Senato riunite il prossimo lunedì 21 ottobre.
«Quindici giorni fa –ricorda Bocca – al tavolo convocato dal governo, insieme alle altre organizzazioni imprenditoriali abbiamo rappresentato al sottosegretario Bonaccorsi la gravità della situazione, segnalando la necessità di intervenire con urgenza. Ci era stato assicurato che sarebbero stati utilizzati tutti gli strumenti necessari ed oggi, per tutta risposta, la Commissione V del Senato ha espresso parere contrario a tutti gli emendamenti, che sono stati presentati dai parlamentari della maggioranza e dell’opposizione. Il parere negativo riguarda anche misure in favore dei lavoratori, che non costerebbero un centesimo alle casse dello Stato, in quanto sono state già pagate con i contributi dei datori di lavoro, e misure dal costo irrisorio, volte ad evitare una beffa clamorosa, che le imprese subiranno se saranno costrette a pagare Ires e Iva su crediti che non saranno mai incassati».
Bocca sottolinea polemicamente che rispetto ad altri paesi colpiti dal fallimento Thomas Cook, l’Italia sembra disinteressarsi delle conseguenze sulle imprese italiane. «La Spagna ha varato un pacchetto da 800 milioni di euro per sostenere le imprese e i lavoratori. Nel piccolo Portogallo, lo stanziamento è di 150 milioni. Anche la Grecia ha adottato misure, che spaziano dalla cosiddetta Iva per cassa a forme di sostegno al reddito dei lavoratori», sottolinea il presidente di Federalberghi.
Nei giorni scorsi è stato anche ribadito che la vicenda investe trasversalmente l’industria del turismo organizzato. «Confidiamo in una presa di posizione urgente del ministro Dario Franceschini – conclude Bocca – volta a far sì che anche le imprese ed i lavoratori italiani ricevano un concreto segnale di attenzione e non si ritrovino, ancora una volta, orfane, mentre i nostri competitor dimostrano di avere realmente a cuore le sorti dell’economia turistica».
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