by Giulia Di Camillo | 19 Ottobre 2018 13:58
Circa l’8% del fatturato di Veratour è d’impronta incentive. Un segmento che per l’operatore romano conserva un suo importante valore e segna una costante crescita: nel 2017 i viaggi aziendali sono cresciuti, infatti, del 5%; se monitorati gli ultimi cinque anni, invece, si registra addirittura un +13%. Stiamo parlando di numeri come, su per giù, 16 milioni di euro, comunque di un certo peso nonostante il revenue complessivo del t.o. diretto da Stefano Pompili raggiunga l’impressionante cifra di 220 milioni di euro.
«Generalmente per i viaggi incentive vengono scelti i periodi di bassa stagione, con una permamenza media nelle mete scelte di sette notti – ha dichiarato a L’Agenzia di Viaggi Magazine Antonella Magnasco, sales quality manager di Veratour, in cui lavora dal 1999 – In particolare, per il corto e medio raggio i mesi più gettonati sono giugno e settembre, mentre per il long haul spiccano febbraio e marzo».
Assodato il timing, le destinazioni preferite per questo genere di viaggio sono Grecia e Spagna in Europa – Karpathos, Fuerteventura e Rodi tra le richiestissime – e Messico, Oman e Jamaica sul lungo raggio. «La richiesta parte sempre dall’incentive house – aggiunge Magnasco – Siamo noi che poi dobbiamo essere capaci di offrire il prodotto giusto, e in questo gioca un ruolo fondamentale la formazione, aspetto a cui teniamo tantissimo».
Veratour nell’organizzazione di un incentive si occupa dei pacchetti soggiorno e volo. Le incentive house con cui ad oggi si collabora sono una decina, quasi tutte al Nord e in Svizzera. A queste, «si aggiungono molte agenzie di viaggi medio-piccole che – fa notare Magnasco – possono appoggiarsi sulla nostra esperienza nel settore».
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