I sindacati sono preoccupati per il futuro di Air Italy e per la sorte di 1.200 suoi dipendenti. L’allarme, con l’obiettivo di ottenere un incontro urgente e l’apertura di un tavolo di confronto tra le parti sulla crisi della compagnia, è stato lanciato in una lettera inviata ai ministri del Lavoro Nunzia Catalfo, dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e dei Trasporti Paola De Micheli, e ai presidenti della Sardegna e della Lombardia, Christian Solinas e Attilio Fontana.
Per Air Italy, si legge nella lettera, “il quadro generale che si sta delineando porta ogni considerazione oltre la soglia della mera preoccupazione, rappresenta un allarme serio che getta più di un’ombra sulla capacità di garantire la continuità industriale della compagnia e con essa il mantenimento dei più di 1.200 posti di lavoro suddivisi tra Sardegna e Lombardia”.
La preoccupazione dei sindacati arriva in un momento in cui non mancano le indiscrezioni secondo cui Akfed, il fondo dell’Aga Khan, potrebbe lasciare il vettore. “È imminente un drammatico collasso dell’insieme organizzativo della compagnia”, sostengono Cgil, Cisl, Uil e Ugl in una nota unitaria. “È sempre più evidente il fallimento del progetto originario, che si consuma in un totale e assordante silenzio”.
Le scorse settimane poi, sono state accompagnate dalle polemiche riguardanti la “continua riduzione degli aeromobili in servizio sulle rotte da e per la Sardegna e il costante ricorso al noleggio di aeromobili, comprensivi di equipaggio, presso compagnie straniere”.
Dal canto suo, Air Italy ha già rinunciato alla sua intenzione di volare da Alghero nel periodo in cui l’aeroporto di Olbia sarà chiuso per i lavori di allungamento della pista. Ancora in alto mare, inoltre, è la vicenda della continuità territoriale. Di fronte alla proposta di un nuovo accordo avanzato dalla Regione, per il momento il vettore di proprietà al 49% di Qatar Airways non ha ancora risposto.