Solo 53 milioni di passeggeri in tutto il 2020 negli aeroporti italiani, contro i 193 milioni dell’anno precedente. In questo unico dato (-72,6% e 140 milioni di passeggeri in meno) c’è la fotografia dell’impatto della pandemia sul trasporto aereo italiano.
Secondo i dati elaborati da Assaeroporti nel suo consuntivo annuale, infatti, nel 2020 in Italia non hanno volato 7 passeggeri su 10 e ad essere maggiormente penalizzate sono state le destinazioni extra-Ue, che segnano un -81,2%. Altrettanto netto il calo del traffico continentale (-77,5%) mentre quello dei voli domestici si è attestato a -61,3%. Inoltre, le rotte nazionali, che nel 2019 rappresentavano il 33% del traffico complessivo, nel 2020 raggiungono un peso di circa il 50%.
Forte anche la contrazione dei movimenti aerei, pari al -57,2%, mentre il traffico merci resiste e si attesta ad un -23,7%. Il settore cargo, infatti, ha avuto un ruolo determinate durante la pandemia sia per la distribuzione in tutte le aree geografiche del Paese di dispositivi e apparecchiature mediche, sia per la crescente diffusione dell‘ecommerce.
«I risultati del 2020 confermano le fosche previsioni di un anno disastroso per gli scali aeroportuali italiani – commenta il presidente di Assaeroporti, Fabrizio Palenzona – il governo si è mosso su sollecitazione di Assaeroporti e ha messo in campo misure sia di natura economica per la compensazione dei danni subiti dai gestori aeroportuali, sia in materia di ammortizzatori sociali. La situazione rimane però pesantissima. Da parte loro i gestori hanno realizzato importanti investimenti, soprattutto a favore della sicurezza dei viaggiatori. Per la ripartenza è necessario accelerare l’erogazione delle risorse già stanziate a favore degli aeroporti e prevedere la proroga della cassa integrazione per tutelare i livelli occupazionali. Non vanno perse, infine, le opportunità offerte dal Recovery Fund».