L’effetto Covid-19 sulle Canarie rischia di far esplodere una grave crisi sociale nelle isole dove l’economia locale si basa essenzialmente sul turismo.
Una visita dei deputati nelle mete di Tenerife, Arona e Adeje, sollecitata dagli operatori turistici spagnoli, e riportata in prima pagina dai media spagnoli ha evidenziato la situazione che l’Ashotel, Associazione degli albergatori di Tenerife, La Palma, La Gomera ed El Hierro aveva già sottoposto ai governanti agli inizi di agosto.
Con la recrudescenza del coronavirus, si sono sostanzialmente azzerati gli arrivi turistici internazionali e ora, le autorità locali, pensano ad un rilancio orientato ad alimentare l’economia locale con il turismo interno.
La breve visita ha permesso ai deputati di appurare il quadro desolante delle principali mete delle Canarie: alberghi vuoti, negozi chiusi ed il 95% delle attività dedite ai servizi per i turisti praticamente ferme. Uno stallo senza precedenti che rischia di alimentare una crisi socio-economica da non sottovalutare, soprattutto in vista del prossimo inverno.
I vertici di Ashotel, hanno infatti sottolineato che dall’inizio della stagione estiva, ben il 94% del personale alberghiero è sottoposto al regolamento del lavoro interinale e non si può ancora valutare l’entità dei posti di lavoro che verranno tagliati dall’industria delle vacanze.
D’accordo con gli operatori, i deputati in visita alle strutture delle Canarie hanno concordato un’azione comune, annullando i vari schieramenti politici, che supporti l’industria turistica locale a salvare almeno la stagione invernale, con una efficace azione promozionale rivolta al turismo domestico e consentire così a gran parte delle imprese di evitare il fallimento e la chiusura definitiva.