Crisi wedding, annullati circa 70mila eventi
Il comparto del wedding in Italia è in ginocchio e le cifre diffuse da Istat e dalle organizzazioni che si occupano dei matrimoni degli stranieri in in Italia parlano chiaro: da gennaio ad agosto sono stati annullati 62mila matrimoni di italiani, per un giro d’affari di circa 1,5 miliardi di euro e per il 2020 almeno l’80% dei 9.000 matrimoni che gli stranieri organizzavano in Italia nelle location più suggestive del Paese non verrà allestito per un danno – escluso l’indotto – di 500 milioni di euro. Questo vuol anche dire perdere di colpo 440mila arrivi in Italia di stranieri invitati e circa 1,7 milioni di pernottamenti.
Com’era prevedibile il Buy Wedding in Italy – solitamente organizzato in novembre – quest’anno non si farà come evento fisico, ma verranno organizzati un paio di workshop territoriali entro fine anno ed è stata comunque già annunciata l’edizione Bwi per il 2021 che si terrà a Castel San Pietro Terme, vicino a Bologna, al centro congressi Artemide, con una giornata dedicata ai buyer e un educational per conoscere il territorio.
Bianca Trusiani, Presidente del Bwi osserva che «l’effetto Covid-19 rivoluzionerà inevitabilmente anche le modalità dell’evento-matrimonio: ci sarà un minor numero di invitati e le location potranno anche essere diversificate, così come verranno innovati anche i menù ed eventuali momenti di intrattenimento. È una bella sfida che raccogliamo come abbiamo sempre fatto nei periodi di crisi. Ci adatteremo ai nuovi contesti con la professionalità di sempre. Non a caso stiamo lavorando a una serie di corsi di formazione per operatori, finalizzati a questi aggiornamenti operativi e al nuovo approccio riguardo alle wedding destination».
Il flash mob organizzato a Roma davanti a Fontana di Trevi da “promesse spose” che hanno dovuto rinviare il proprio giorno del sì, è stato l’occasione per gli operatori del settore di rilanciare l’allarme: le linee guida stabilite per poter organizzare congressi ed eventi, e quindi anche i matrimoni, scoraggiano le coppie che preferiscono annullare a data da destinarsi, con la conseguenza che l’intera filiera è ferma.
Questo vuol dire migliaia di piccole e medie imprese bloccate, a rischio chiusura. Dai tour operator alle agenzie di viaggi specializzati in questo redditizio segmento, dai wedding planner alle società di catering, è un coro unanime di preoccupazioni non solo per l’anno in corso, ma anche per il 2021, perché molte coppie di stranieri potrebbero rinunciare al sogno di pronunciare il sì in una location italiana, optando per un evento nel proprio Paese.
A conti fatti quello del wedding è uno dei tanti comparti collaterali al turismo che rischiano uno stop prolungato: i principali wedding planner, infatti, prevedono che la ripresa di questo segmento di business si avrà soltanto dal 2022 e ciò vuol dire almeno un anno e mezzo in grave sofferenza, dove molti operatori saranno costretti a riconvertire la propria attività.