Crociere in fuga da Venezia? Crollano toccate e passeggeri
Quale futuro per Venezia e il settore crociere? La domanda prende spunto dall’analisi presentata da Risposte Turismo e Clia, l’associazione internazionale del comparto, che vede il 2017 come il peggior anno per la città veneta, nonostante il segmento sia vitale per l’economia lagunare.
Ma partiamo dai dati: lo scorso anno Venezia ha ricevuto solo 82 toccate pari ad un -15% e un decremento del 21% in termini di passeggeri (che sono stati circa 400mila, ndr) ed una contrazione nella spesa turistica, di 123 milioni di euro. Risultati inequivocabili che hanno fatto scattare il campanello di allarme dell’intero comparto. L’analisi, presentata a Roma, è servita anche da strumento per interrogarsi sulla possibilità che ci sia un futuro sostenibile per il comparto delle grandi navi a Venezia.
Anche se mai sopite le polemiche sui giganti del mare tra i canali della laguna, infatti, l’analisi Risposte Turismo-Clia, rivela come il settore contribuisca alla città con un impatto economico di 410 milioni di euro, 4mila posti di lavoro ed una spesa turistica di 155 milioni di euro nel 2017.
«La strategia emersa dal Comitatone del novembre 2017 – ha ricordato Pino Musolino, presidente dell’Autorità Portuale di Venezia – È l’unica in grado di garantire uno sviluppo sostenibile della crocieristica a Venezia. Per dare corpo a questa strategia serve però l’impegno di tutti gli interlocutori, pubblici e privati. In tal senso, l’Autorità di Sistema Portuale non mancherà certo di continuare a fornire il proprio impulso. Ma ricordiamoci che non si può fare demagogia sullo sviluppo crocieristico a Venezia che porta 1,5 milioni di persone su circa 30 milioni di turisti che visitano la città. Il problema, quindi, non sono i croceristi ma i 28,5 milioni che non pernottano in città».
Gli ha subito replicato Roberto Martinoli, presidente Clia che ha ricordato: «I numeri dimostrano che la nostra industria ha moltiplicatori importanti, specialmente nei porti capolinea come Venezia, che infatti produce effetti economici significativi sull’indotto della città, del territorio circostante, ma anche su tutto l’Adriatico. Sulla questione veneziana siamo i primi a voler eliminare il passaggio delle grandi navi nel Canale della Giudecca. Ma ci aspettiamo che l’implementazione della roadmap del Comitatone sia celere ed in linea con le esigenze dell’economia locale e dei mercati di riferimento».