by Claudia Ceci | 27 Novembre 2020 7:00
La presentazione dell’Italian Cruise Watch di Risposte Turismo[1] è occasione per un dibattito tra i principali player di settore crocieristico sulla ripartenza, le destinazioni, il numero dei porti, la questione globalizzazione/regionalizzazione del turismo con il coinvolgimento di Costa, Msc e Silversea.
«Oggi non stiamo guadagnando soldi, ma riteniamo di avere una responsabilità nei confronti del settore – afferma Beniamino Maltese, executive vice president e cfo Costa Group – Ogni nave porta 1.000 dipendenti diretti e 500 indiretti. Con l’inizio nel 2021 emergerà che le crociere sono l’unica zona green dell’Italia. Siamo a un bivio adesso. stiamo ristrutturando un business model ed è un momento di grandi sfide anche per i porti, in tema di accessibilità e costi. Per ora le compagnie si sono assunte gli oneri per rimettere in moto la macchina. ma adesso attendono un segnale. È un dato di fatto che Barcellona e Civitavecchia siano i porti con migliore accessibilità e connessione aeroportuale, c’è da lavorare su connessioni e infrastrutture. Le competenze nei porti vanno premiate, avendo operatori che garantiscono il nostro livello di standard; il passeggero deve scendere ed essere bene accolto. L’economia sta diventando meno globale e più regionalizzata, con un travel business sostanzialmente sparito. Le compagnie di crociere hanno una flessibilità senza paragoni nel rispondere ai bisogni del consumatore, che oggi sono soprattutto di prossimità e in questo l’Italia è ben piazzata. Con l’assenza delle navi ci si è accorti del peso che hanno nell’economia del turismo. Anche Venezia infatti sta rivendendo le sue posizioni sul concetto di overtourism».
Per Gianni Onorato, ceo Msc Cruises, «ripartire è servito a dimostrare che le navi sono sicure anche durante la pandemia, capaci di creare una bolla sanitaria. Abbiamo sfatato il mito della nave da crociera pericolosa. Solo così poteva iniziare la graduale ripresa: le navi non sono fatte per stare ferme. Adesso le destinazioni devono collaborare con l’implementazione dei protocolli. Il 2021 sarà ancora un anno di sofferenza, è necessario lavorare con i porti anche sulla riduzione dei costi. Ognuno di noi ha fatto programmi di una progressiva ripresa delle operazioni della flotta. È difficile fare previsioni, molto dipenderà dall’evoluzione sanitaria, dal vaccino, dall’ottimismo per la ripresa dell’economia. Intanto proviamo a confermare tutti gli accosti previsti nel 2021. Sul tema delle distanze, la voglia di tornare in crociera è tanta. Certo, c’è un problema di accessibilità, soprattutto dall’estero. Quando i voli riprenderanno, nel Mediterraneo avremo il vantaggio di scalare dei porti con una clientela importante e quest’area potrà resistere. Il futuro infine potrà portare a una maggiore gestione diretta delle compagnie, per dare controllo e sicurezza al cliente, ma si tratta comunque di lavorare con operatori terzi, anche in virtù del successo del nuovo modello di escursioni protette».
Roberto Martinoli, presidente e amministratore delegato Silversea, torna sulla collaborazione con i porti. «Abbiamo testato le procedure, tra cui il coordinamento con i porti. Le destinazioni devono adeguarsi ai nostri protocolli perché per alcuni mesi faremo ancora i conti con queste problematiche. Non è un caso che siano pochi gli scali a sviluppare i maggiori volumi di traffico. Ma con tante navi in costruzione, c’è la necessità di disperdere le navi anche verso porti minori, quindi c’è opportunità per tutti. Parlando di quanto accaduto quest’anno, il mondo delle crociere è stato colpito da demagogia e populismo, è stato facile metterlo alla gogna. Questo è anche dovuto alla nostra globalità: siamo dovunque ma non siamo da nessuna parte. Abbiamo difficoltà ad avere il sostegno di un certo mondo politico perché non generiamo voti, ma siamo il posto attualmente più sicuro a livello sanitario. Se dovessi partire oggi con la mia famiglia andrei in crociera. I crocieristi esperti non vedono l’ora di tornare a bordo; c’è una domanda forte, soprattutto di ultra 70enni, infatti il nostro target sono i baby boomer. Le richieste sono aumentate in percentuale e il futuro è molto legato alle escursioni: abbiamo lanciato per il 2022-2023 le escursioni all inclusive, con vantaggi per gli ospiti non indifferenti. Ciò non significa però che facciamo tutto noi, ci affidiamo a operatori fidati».
COMUNICAZIONE, PRICING E DISTRIBUZIONE. Altro momento di dibattito, è quello che ha coinvolto altri due player del settore: Norwegian Cruise Line e Royal Caribbean Group. Lo spunto è come comunicare da oggi in poi i viaggi a bordo delle navi. «La comunicazione verterà molto sulla completezza dei servizi, sulle procedure di sicurezza, sull’offerta a 360° con focus sui pacchetti escursioni, sulla prenotazione flessibile – spiega Francesco Paradisi, senior business developer manager Ncl – Il pricing in linea generale non sarà una leva fondamentale, ma si lavorerà magari con promozioni a tempo. L’intermediazione delle agenzie di viaggi rimane il centro focale come partnership di vendita, anche se in questo momento il cliente si rivolge di più alla compagnia. Ma si riequilibrerà con la ripresa e ci sarà un’accelerazione delle vendite tramite agenzie, che però sono chiamate a lavorare, tenere duro, aggiornarsi, continuare a credere nella vendita di un prodotto possibile, utilizzare strumenti digitali, tenere un contatto costante con la clientela. La domanda sta tornando a essere importante, quando si riparte lo si fa insieme. Oggi il focus è la commercializzazione del prodotto Europa, ma si ragiona anche sul lungo raggio, per poter presto riproporre tutto il portfolio. Non ci sono abbastanza elementi adesso, ma per nuovi record il 2023 potrebbe essere l’anno giusto».
Gianni Rotondo, general manager Emea region Royal Caribbean Group, sul tema del brand, conferma che le compagnie oggi sono chiamate a «comunicare sicurezza, chiarezza, nuovo modello di escursioni, flessibilità. La leva prezzo non sarà particolarmente significativa; i repeater stanno già prenotando. Il problema sarà seguire i nuovi crocieristi, per una domanda last minute e in questo caso il fattore prezzo potrà essere un incentivo in più. Immagino tariffe stabili per il 2021 e invece per il 2022 i prezzi di apertura stagione sono superiori a quelli del 2019 e il mercato sta rispondendo bene. Negli ultimi 8-9 mesi sono cresciute le vendite dirette da parte delle compagnie, ma la distribuzione italiana è resiliente e le compagnie hanno ridotto gli investimenti di marketing. Ci sarà una sorta di safety car che riporterà tutti al punto di partenza. Gli agenti di viaggi devono mantenere grande positività, ricordare che al centro c’è il cliente, puntare sul training per la conoscenza del prodotto visto che la domanda ripartirà molto forte. È presto per dire quando potrà essere superata la soglia dei 30 milioni di passeggeri del 2019: capiremo meglio nel terzo trimestre del 2021. Ma spero che il 2022 possa essere un anno molto forte».
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