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Cuba abolisce la doppia valuta: addio alla moneta dei turisti

Dopo 26 anni – lo scorso primo gennaio – Cuba ha archiviato il sistema della doppia moneta che prevedeva la coesistenza del Cuc (il pesos convertibile parificato al dollaro Usa e utilizzato per il settore turistico) e il Cup (il pesos comune con cui vengono pagati gli stipendi statali) e che era molto più svalutato (ci volevano circa 24 pesos comuni per ottenere un Cuc, ovvero un dollaro).

Dopo le prime comunicazioni effettuate a dicembre, infatti, il governo cubano ha deciso che da gennaio 2021 entrambe le monete verranno unificate sotto il solo Cup.

Il sistema della doppia valuta era stato introdotto nel 1994, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica e alla grave crisi economica che Cuba dovette affrontare. Il governo guidato da Fidel Castro, quindi, decise di varare il Cuc, che equiparato a un dollaro Usa, permise alla Isla Grande di raccogliere valuta straniera forte e di aprire le sue porte al turismo internazionale grazie a una moneta che favoriva così gli investimenti.

Nel corso degli anni il Cuc diventa una vera e propria moneta dei turisti, utile anche ad acquistare prodotti di lusso e beni immobiliari, e che permetteva, inoltre, ai cubani che lavoravano nel settore del travel di ottenere guadagni significativamente migliori degli impiegati statali e della media dei cubani. Sull’unificazione delle due monete, le fonti ufficiali cubane hanno diffuso una nota che annuncia che per sei mesi i possessori di Cuc potranno spendere la moneta in qualsiasi negozio, ma riceveranno il resto in Cup.

Il nuovo Cup, in ogni caso, parte dal “classico” rapporto di 24 Cup per un 1 dollaro Usa.

Il governo intanto ha già aperto le frontiere, ma la libera circolazione negli alberghi c’è solo a Varadero e nei cayos, ovvero le località a esclusiva vocazione turistica che ricevono charter soprattutto da Nord America e Nord Europa. Per evitare la probabile inflazione che succederà ala scelta di unificare le monete il, governo sta cercando di aumentare il valore di pensioni e salari medi, ma la vera salvezza per la Isla Grande sarà la piena ripresa turistica.

 

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