È ancora in alto mare il confronto tra sindacati e Carlson Wagonlit Travel (Cwt), la multinazionale che si occupa di gestione di viaggi d’affari, meeting ed eventi, che in Italia conta circa 750 dipendenti.
Impegnate al terzo tavolo di confronto con l’azienda, che lo scorso luglio aveva dichiarato dai 30 ai 50 potenziali esuberi nel comparto Travel Services in Italia, le principali sigle sindacali hanno ribadito, dopo l’incontro con Cwt dello scorso 2 marzo, la necessità di essere rese al più presto partecipi «delle scelte legate all’annunciato piano di riorganizzazione».
«La multinazionale – si legge in una nota della Cisal – non ha ancora reso noti i dettagli della riorganizzazione che si dovrebbe avviare entro il 2017 e, pur dichiarandosi aperta a soluzioni condivise con il sindacato che contribuiscano a evitare procedure di licenziamento collettivo, non ha offerto elementi concreti su cui costruire un percorso che scongiuri ristrutturazioni di personale».
Non solo: «È necessario che Carlson Wagonlit Travel dimostri con i fatti la decantata autonomia della gestione italiana in merito alle modalità con cui adempiere alle direttive corporate che impongono il taglio dei costi. Non conforta lo storico di progetti di delocalizzazione di comparti dell’azienda portati avanti senza alcun confronto con i dipendenti».
Su posizioni simili anche la Filcams Cgil, che sottolinea come durante la riunione in questione «l’azienda ha dato poche informazioni aggiuntive rispetto a quelle già note, stabilendo che il progetto si dovrà concludere entro il 2017 e che sono in valutazione varie soluzioni, tra cui la razionalizzazione dei siti produttivi».
Il prossimo incontro tra le parti, previsto tra circa un mese, non arriverà però dopo l’apertura da parte di Cwt di una «procedura di licenziamento collettivo». Intanto, come si legge da tourmag.com, la situazione italiana della multinazionale appare meno grave di quella dei cugini transalpini, dove la direzione di Carlson Wagonlit France ha confermato la chiusura delle sedi di Nantes e Lione nell’ambito del nuovo piano strategico a livello mondiale. «Tutto questo riguarda 80 dei 132 posti di lavoro da tagliare», si legge dal sito.
«Gli altri si riferiscono agli uffici di Lione, Saint-Etienne, Belfort e alla sede del Gruppo». Se per i sindacati francesi, l’intera vicenda «denuncia l’assenza di una visione a lungo termine (dell’azienda)», e un tentativo di «anticipare, adattandosi, agli effetti della digitalizzazione», per Cwt la questione sembrerebbe essere diversa.
«La direzione del gruppo – riporta tourmag.com – sottolinea come decine di posti di lavoro saranno creati in Europa e nel mondo». Peccato, però, che si tratterà di «impieghi in Paesi che l’azienda descrive come più competitivi dal punto di vista economico. È il caso della Polonia o dell’India, ad esempio, dove alcune funzioni di Cwt verranno presto trasferite».