Per i business traveller le trasferte sono sempre importanti. Nonostante la tecnologia renda più facile organizzare riunioni a distanza e la difficoltà ad allontanarsi per lunghi periodi dall’ufficio e dalla famiglia.
Secondo l’ultima edizione di Cwt Connected Traveler – il consueto studio condotto da Carlson Wagonlit Travel intervistando quasi 2.000 viaggiatori d’affari in 16 Paesi dell’area Emea, America e Asia-Pacifico – poter incontrare i propri colleghi e le controparti rimane sempre la cosa più importante da fare, soprattutto adesso che tra smartphone, tablet e laptop i viaggi di lavoro sono diventati più comodi (a pensarla così è ben l’88% dei viaggiatori intervistati).
In particolare, tra i device senza i quali «non sarebbe più possibile vivere senza», il posto d’onore spetta di diritto allo smartphone. L’80% degli intervistati lo utilizza già in fase pre-viaggio per pianificare la trasferta (55%), magari controllando direttamente sui siti di hotel e compagnie aeree per verificare che tutto sia corretto. Un numero significativo di business traveller (45%) poi, utilizza le app di vettori e alberghi come loro primo strumento di viaggio, mentre il 41% non tralascia di usare anche le app di mappe e geolocalizzazione.
«Grazie alla tecnologia, chi viaggi per lavoro oggi è molto più produttivo rispetto a quanto accadeva solo cinque anni fa – ha commentato Simon Nowroz, chief marketing officer di Carlson Wagonlit Travel – adesso si può lavorare dappertutto, anche mentre si è in aereo o in taxi».
Tra gli altri motivi per cui difficilmente i business traveller si staccano dai loro smartphone, la ricerca indica anche la possibilità di restare in contatto con amici e famiglia: la maggior parte lo fa attraverso le telefonate (44%), mentre il 24% utilizza Skype e il 17% sms. Per non perdere i fili con i colleghi di lavoro, invece, le mail continuano ad essere lo strumento preferito (44%), seguite a ruote dalle telefonate (24%) e dagli sms (14%).
«Esistono molte variabili che possono rendere di successo una trasferta di lavoro. La cosa più semplice che noi possiamo fare è aiutare i viaggiatori ad avere la migliore esperienza di viaggio possibile», ha proseguito Nowroz. E tra gli aspetti in cui c’è ancora da lavorare, lo studio indica un elemento chiave come la sicurezza. «Anche se il 67% dei viaggiatori crede che oggi viaggiare sia più sicuro rispetto al passato, più o meno la stessa percentuale ammette di volere un’assicurazione di viaggio nel corso della trasferta».