Cyber-vacanza in Madagascar con Alpitour: ecco il reportage social

29 Giugno 07:00 2018 Stampa questo articolo

Cosa ci fanno due turisti in giro per Nosy Be con in testa un caschetto di elettrodi e strani aggeggi attaccati alle dita? Devono esserselo chiesto in molti, durante il nostro soggiorno nei villaggi Alpitour e Francorosso sull’isola di Madagascar.

Più che comprensibile, perché quello al quale abbiamo partecipato non era il solito press trip per testare un nuovo prodotto turistico, ma una vera e propria spedizione scientifica. In cui le parti, per una volta, si sono invertite e a essere testati eravamo noi giornalisti, diventati per una settimana turisti-tester.

Alpitour ha infatti scelto L’Agenzia di Viaggi Magazine e Vanity Fair come partner dell’innovativo progetto-pilota #ilpiaceredellavacanza, sviluppato in collaborazione con Thimus, società specializzata in neuroscienze applicate. L’obiettivo, decisamente intrigante, era misurare per la prima volta in modo scientifico le nostre emozioni e sensazioni nel corso del viaggio in Madagascar, destinazione particolarmente rappresentativa della filiera del Gruppo Alpitour (SCOPRI I RISULTATI DEL TEST A PAG.2-3 DEL MAGAZINE)

L’esperimento comincia già sul volo Neos Air per Nosy Be operato con il 787 Dreamliner, entrato da pochi mesi in flotta. Ad attirare l’attenzione sono i dettagli di questo aereo di nuova generazione, dove tutto è un po’ più spazioso della norma, dalla cabina alle sedute. E si sa che le misure a bordo contano, soprattutto sul lungo raggio. L’illuminazione a led a intensità variabile e l’oscuramento elettronico che sostituisce le tendine di plastica dei finestrini, rendono l’atmosfera soft e rilassante. Ma la vera differenza la fanno i sistemi di pressurizzazione e controllo dell’umidità tecnologicamente avanzati, che garantiscono un livello di comfort superiore alla media.

Incastonato tra un villaggio di pescatori e la laguna di Ambohiday, il Voi Amarina Resort di Francorosso è la nostra base nella prima parte del viaggio. Ambiente casual chic, ville dal tetto di paglia disseminate tra il giardino tropicale e la spiaggia privata, la piscina su cui affaccia il ristorante, cornice del primo test che mi vede protagonista: la cena malgascia.

In un misto di trepidazione e curiosità, mi lascio applicare un elettro-encefalogramma (EEG) wireless sulla testa (cioè una fascia con sensori, per farsi un’idea), eye-tracker (sorta di occhialini che misurano il movimento degli occhi) e galvanic skin response (sensori che registrano le variazioni di sudorazione del corpo).

Così agghindata, praticamente con una specie di macchina della verità portatile che scannerizza il mio cervello, misurandone le reazioni, e un drappello di scienziati al seguito, passo in rassegna pietanze mai viste dai nomi sconosciuti e alla fine scelgo un piatto di gnocchi alla vaniglia. Squisiti, o almeno questa è l’impressione.

Chissà se anche il mio cervello ha avuto la stessa percezione? Per saperlo, dovrò attendere i risultati – di questa e delle altre misurazioni che verranno fatte durante il soggiorno – elaborati dal team di Thimus al rientro in Italia.

Sul lato opposto della baia, il Bravo Andilana Beach è  scenograficamente adagiato sull’unica spiaggia dell’isola che non viene inghiottita dall’alta marea. Lo sanno anche le tartarughe marine, che vengono qui a depositare le uova tra lo stupore degli ospiti.

Del resto, la principale attrazione turistica del Madagascar è proprio la sua straordinaria biodiversità, sopra e sotto il livello del mare. Oltre a svariate specie di lemuri e camaleonti, ci sono anche macachi, zebù e tartarughe di terra, per non parlare di baobab, palme, orchidee, piante di vaniglia e ylang ylang che ricoprono le dolci colline dell’interno. Mentre le acque dell’arcipelago di Nosy Be custodiscono meravigliosi fondali corallini, da esplorare anche con maschera e pinne.

Valorizzare e offrire agli ospiti la possibilità di entrare in contatto con questo patrimonio unico al mondo è ovviamente tra le mission dei resort Francorosso e Alpitour, da cui in un’ora di barca si possono raggiungere paradisi tropicali come Nosy Fanihy e Nosy Iranja, che sembra “fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”. Oppure fare rotta verso la Grande Terre per esplorare un fiume di mangrovie e sostare in villaggi dove si vive di pesca e i turisti arrivano ancora col contagocce.

Per una full immersion nella natura prodigiosa di Nosy Be, la meta da non perdere è poi la Riserva Naturale di Lokobe. Nella foresta primaria più antica del Madagascar è possibile avvistare animali non presenti altrove e, di tanto in tanto, vengono scoperte nuove specie ancora sconosciute, come ci spiega Luca Rosetti, il biologo che ci accompagna e ha ideato questa escursione-documentario esclusiva di Alpitour.

Lokobe è il regno dei lemuri, ma durante l’escursione la nostra guida riesce a scovare anche un boa costrictor e, con un colpo di fortuna, un uroplatus henkeli, detto più comunemente “geco dalla coda piatta”, uno dei dieci animali più rari del mondo. Emozioni che valgono il viaggio, anche questo è #ilpiaceredellavacanza in Madagascar.

 

L'Autore

Maria Grazia Casella
Maria Grazia Casella

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