by Giampiero Moncada | 23 Gennaio 2023 7:00
«Le nuove generazioni sono pronte a pagare qualcosa in più per scegliere le società che operano con criteri di rispetto per l’ambiente, perché sono molto sensibili ai temi ambientali. Questo fino a quando a pagare sono i genitori, dopo, se devono sborsare di tasca propria, cambiano le priorità». A dirlo è Matteo Pedrini, vice direttore della scuola di alta formazione Altis, dell’Università Cattolica di Milano, che ha introdotto e moderato un incontro sulla sostenibilità nel settore del trasporto aereo, organizzato insieme ad Air France-Klm.
«Anche se il trasporto aereo incide appena per il 2-3% del totale delle emissioni mondiali di CO2, si ritrova spesso sotto accusa come se fosse il principale responsabile del cambiamento climatico – ha detto Cristina Lazzaroni, che per il Gruppo franco-olandese è sustainability coordinator – Per quanto possa incidere in minima parte, comunque, stiamo lavorando da anni per ridurre questa quota. Ma è una sfida che si può vincere solo se la si affronta insieme ai competitor e coinvolgendo anche gli aeroporti, che nel sistema di trasporto aereo hanno un peso anche in termini di emissioni di gas serra».
Al centro di questo impegno c’è il Saf, Sustainable aviation fuel, del quale sentono parlare ormai anche i non addetti ai lavori e che è ricorrente nelle iniziative del Wttc, World Travel and Tourism Council, la cui presidente Julia Simpson viene proprio dal mondo dell’aviazione. Il Saf è un carburante che già oggi produce il 60% di emissioni in meno rispetto ai carburanti ricavati dal petrolio.
«Stiamo già utilizzando questo carburante in alcuni nostri voli – ha detto Eleonore Tramus, general manager East Med di Air France-Klm – E contiamo di arrivare al 10% entro il 2030. Ma il problema vero è quello della produzione: tutto il Saf prodotto nel 2022 è stato utilizzato ed è difficile aumentarne la produzione».
A parte la disponibilità limitata, il Saf pone il problema del costo, che può essere anche più del doppio dei carburanti tradizionali. E il carburante rappresenta quasi un quarto delle spese di una compagnia aerea. È evidente che un costo maggiore rappresenta un ostacolo significativo in questo percorso di transizione ecologica, come si usa dire oggi.
«Sostenibilità non è solo rispetto per l’ambiente ma anche per le persone – ha detto Davide Tassi, responsabile della sostenibilità e della responsabilità sociale per Enav – Pensare di eliminare i voli domestici per sostituirli obbligatoriamente con dei treni che impiegano 8-10 ore per raggiungere una località nella quale si può arrivare in un’ora di volo, non è sostenibile. Non ha nemmeno senso introdurre un divieto di tratte aeree per distanze che un treno copre in un paio d’ore, perché queste tratte di fatto non esistono: non sono convenienti per le compagnie aeree. Ci sono, invece, molte cose che si possono fare per ridurre significativamente le emissioni. Noi ci stiamo già impegnando a utilizzare le tecnologie più moderne per disegnare le rotte da assegnare agli aerei, in modo da ridurre i tragitti da fare in volo, con un risparmio realizzato finora di circa 600 milioni di chili di CO2. Ma siamo intervenuti anche sui movimenti che gli aerei fanno a terra, quando vanno dall’area di parcheggio alla pista di decollo e viceversa, in collaborazione con le società aeroportuali. Siamo riusciti a eliminare le attese degli aerei in coda per decollare: oggi gli aerei vanno verso la pista solo poco prima dell’ora effettiva del decollo, risparmiando il carburante che si consumava durante l’attesa».
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