Il trasporto aereo italiano ha visto chiudersi un anno di profonda crisi – nonostante il decollo della nuova compagnia di bandiera Ita Airways – e gli strascichi proseguiranno ancora durante il 2022. Dalla vertenza Air Italy allo stop delle operazioni di Blue Panorama, la conta dei danni per i cieli (e gli aeroporti) italiani non sembra infatti conclusa e nel frattempo le compagnie aeree low cost internazionali – Ryanair e Wizz Air in primis – ne hanno approfittato per ripulire il mercato. Un ecatombe di vettori e di lavoratori che allarma i sindacati che continuano a chiedere più attenzione del governo al settore del trasporto aereo.
Proprio per il caso Air Italy, per esempio, non è arrivata entro fine anno la tanta auspicata (dai sindacati) proroga della cassa integrazione. Per i 1.322 dipendenti dell’ex-Meridiana, infatti, scatta il licenziamento. “Le lettere di licenziamento sono partite, nella totale indifferenza delle istituzioni – affermano in queste ore le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – chiediamo un intervento immediato del governo per bloccare la procedura e scongiurare così questa vera e propria tragedia sociale che si sta consumando. Più volte in questi mesi abbiamo chiesto un intervento decisivo per risolvere la situazione con delle proposte concrete che sono rimaste inascoltate. Con una norma in deroga alla Legge di Bilancio, infatti, si sarebbe potuto estendere la cassa integrazione a tutti i lavoratori Air Italy anche per il prossimo anno, a prescindere dalle decisioni prese dall’azienda”. Sigle che ribadiscono, poi, “l’importanza di costituire un bacino nazionale di riqualificazione e ricollocazione del personale del trasporto aereo, fondamentale per non disperdere l’enorme bagaglio di professionalità dei lavoratori non solo di Air Italy, ma di tutto il settore”.
THAI AIRWAYS LICENZIA IN ITALIA
Il, sistema, infatti, continua a vacillare non solo per le compagnie italiane. Poco prima di Natale, infatti, è arrivata un altra doccia fredda per i lavoratori del settore con la compagnia thailandese Thai Airways che ha annunciato la procedura di licenziamento collettivo per 21 lavoratori su 31 totali impiegati nei due maggiori scali italiani di Roma e Milano. Ne hanno dato notizia Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, commentando “la compagnia, al termine del blocco dei licenziamenti, non ha aspettato un giorno in più, anche avendo a disposizione ulteriori ammortizzatori sociali a costo zero”.
“Da subito – riferiscono le organizzazioni sindacali – abbiamo richiesto la revoca della procedura e l’attivazione della cassa integrazione per salvaguardare le lavoratrici e i lavoratori attualmente in forza, in attesa della ripresa delle attività della compagnia sul territorio italiano. Nonostante i molteplici tentativi di confronto la compagnia persevera nel voler licenziare due terzi del personale, non considerando il danno che provocherebbe la perdita del posto di lavoro nell’attuale contingenza economico sociale e le difficoltà per coloro che verranno espulsi a trovare una effettiva ricollocazione”.
Ma i tavoli di crisi non finiscono qui: il 13 dicembre scorso – secondo l’agenzia Adnkronos – è stato sottoscritto un accordo di cigs per cessazione della durata di 12 mesi retroattivo dal 6 dicembre 2021 al 5 dicembre 2022 per i lavoratori di Norwegian Air. La compagnia low cost che aveva chiuso a gennaio 2021 la base di Roma prosegue, quindi, con la volontà di licenziare tutti i 322 lavoratori (tra piloti e assistenti di volo) impiegati in Italia. Secondo i sindacati, però, Norwegian starebbe avviando una nuova selezione per le medesime figure professionali in esubero.
I CASI ERNEST, EGO E BLUE PANORAMA
Per quanto riguarda Ernest Airlines – che ha dichiarato fallimento nel novembre 2020 – sarebbe stata revocata dal curatore fallimentare la procedura di licenziamento collettiva in virtù della “sottoscrizione di cigs per cessazione in vigore fino al 22 maggio 2022. Attualmente sono in cigs un centinaio di lavoratori”, risposta sempre Adnkronos.
Per la compagnia aerea del Gruppo Uvet, Blue Panorama, le operazioni di volo sono sospese da fine ottobre scorso ed è stata avviata la procedura di concordato preventivo presso il tribunale di Milano con la nomina di due commissari. Anche in questo caso, secondo i sindacati, i lavoratori attualmente sono senza stipendio e la cassa in deroga era valida fino a fine 2021. Da verificare, poi, un eventuale estensione degli ammortizzatori sociali per il nuovo anno: in questo caso a rischio sono circa 620 lavoratori. Inoltre, la compagnia aerea italiana nata a fine 2020 – Ego Airways – ha sospeso tutti i voli e gli oltre 50 lavoratori ora sono a rischio licenziamento con la cassa integrazione che è scaduta lo scorso 30 novembre 2021.
Infine, la nascita di Ita Airways ha per ora lasciato a terra oltre 7 mila dipendenti di Alitalia in amministrazione straordinaria che per ora godono della cigs. Se Ita rispetterà le previsioni del piano industriale, la newco dovrebbe riassorbire parte del personale aviation già nel corso del primo semestre 2022 (circa 1.000 unità) mentre per i rami handling e manutenzione bisognerà aspettare i bandi di gara aperti lo scorso 20 dicembre e che hanno come data di scadenza il 28 febbraio 2022.
«Con l’impennata dei contagi degli ultimi giorni continua la crisi del trasporto aereo in Italia e nel mondo: è necessario uno scatto in avanti dei ministeri interessati – aveva segnalato Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl – lo scorso 29 dicembre – Parliamo di migliaia di posti di lavoro a rischio senza contare l’indotto, a causa del perdurare della pandemia, ma anche di problemi pregressi che si trascinavano da troppo tempo. Ultimamente come sindacato seguiamo tra gli altri casi quello di Air Italy, i cui vertici si rifiutano addirittura di confrontarsi in sede istituzionale e si avviano a fare 1.322 licenziamenti. Una storia altamente emblematica che rivela come tanti, nel trasporto aereo, ritenendo di poterselo permettere, continuano a fare quello che vogliono».