Da Alexa alla camera-bolla:
i sette trend dell’ospitalità di lusso
Dai lampadari di cristallo ad Alexa in camera: cambia il concetto di lusso in hotel, perché a cambiare sono i viaggiatori, non solo dal punto di vista anagrafico, ma anche in abitudini e stili di vita. E così il vero lusso diventa (anche) potersi coccolarsi in hotel con gli stessi device che accompagnano la vita di tutti i giorni, oppure vivere un’esperienza da raccontare, o ancora viaggiare in modo deluxe ma sostenibile.
Sono questi alcuni elementi raccolti da Fernando G. Alberti, docente della Harvard Business School impegnato in progetti e collaborazioni sul tema turismo e hospitality (come con Best Western, non ultima la partecipazione al talk Identità, prestigio, futuro dell’ospitalità nell’ambito della manifestazione milanese Il Tempo delle donne).
Il concetto si è fatto più sfuggente e può riservarci ancora sorprese. Quali sono dunque i trend dell’ospitalità di lusso del prossimo futuro? Il professore li ha analizzati guardando a tre macro-aree (Tecnologici, Socioculturali, Industry) e qui sintetizziamo i principali:
MOBILE HOSPITALITY. Ci attendiamo tecnologie in grado di interagire in maniera seamless, come per esempio entrare e uscire dalla camera e fare check-in e check-out grazie a solo un Apple Watch. C’è poi la smart room, che potrebbe per esempio ospitare gli specchi intelligenti, grazie ai quali regolare luce o temperatura o proiettare contenuti dal proprio device. Ma il tema tecnologico abbraccia anche lo spostamento. Accenture, Marriott e World Economic Forum stanno sviluppando non a caso il progetto The known traveller: mappare il viaggiatore nei suoi dati biometrici potrebbe eliminare per esempio le code ai vari controlli.
ROBOTICA. Dagli impiegati umanoidi (come Pepper, da due anni “technical ambassador” al Mandarin Oriental di Las Vegas) ai robot realizzati da Lg e dedicati a vari ambiti tra cui l’hôtellerie. Senza dimenticare Alexa: il segreto sembra essere diffondere anche in hotel gli strumenti e le tecnologie con cui siamo abituati a interagire in casa.
ESPERIENZA ESCLUSIVA. Qui il panorama è ampio ma con un unico spirito di fondo: dare all’ospite la percezione di un’esperienza esclusiva. Può essere l’exclusive home rental (leggi Airbnb Beyond), l’experience travelling dell’hotel che diffonde fragranze, la camera-bolla per visualizzare l’aurora boreale o il deserto, hotel come il Gregory a New York che ha tematizzato delle camere per i fan di note serie tv.
FORMATO MILLENNIAL. Con l’incremento dei millennial cresce anche l’importanza del turismo sostenibile, e di tendenze figlie dei tempi: chi viaggia solo per l’ebbrezza di scattare dal vivo la foto dell’influencer preferito (è l’era di Instagram).
BENESSERE (PROPRIO E ALTRUI). Il lusso diventa anche consapevole – i brand aprono fondazioni – e si trasforma in benessere: le camere magari saranno sempre meno “camere” e sempre più piccole Spa personali.
CANALI FLUIDI. In primis i canali: non ne basta uno, occorre muoversi in maniera fluida dall’uno all’altro. La tecnologia di piattaforme dedicate può permettere anche di intercettare un nuovo tipo di turismo mordi e fuggi che però necessita di organizzazione.
ABBONAMENTI. Infine, un tema da tenere sotto osservazione è l’integrazione col territorio: gli hotel, specialmente in Italia, difficilmente vengono vissuti dalla clientela locale. Allora ecco il trend che si sta facendo strada: far sottoscrivere un abbonamento per usufruire dei servizi alberghieri anche agli esterni. Un vantaggio per i residenti, ma anche per i turisti, in nome dell’altro trend di cui ormai si parla abbondantemente da tempo: il like a local.