Ammontano a oltre 14 miliardi di dollari in un solo anno le spese che i colossi del turismo online – Expedia, Booking, Airbnb e Trip.com – spesso nelle attività di marketing per inseguire il cliente sopratututo in seguito alle riaperture post Covid.
Cifra altissima che evidenzia la grande differenze di spesa tra questi giganti dell’ecommerce dei viaggi e il settore tour operator-agenzie classico che invece lavora con budget molto più risicati (ma puntando sull’innovazione tecnologica) e ricorrendo a fantasia, fidelizzazione, competenza, servizi su misura e fattore umano per “non farsi strappare i clienti” dai big spendaccioni.
I quattro grandi player suddetti insieme hanno infatti superato di circa 500 milioni di euro il budget speso per il marketing nel 2019, anno di riferimento prima della pandemia.
DUOPOLIO IMPERFETTO EXPEDIA-BOOKING
La maggior parte del gruzzolo da 14 miliardi di dollari è composto però dalle spese di Expedia Group e Booking Holdings, con le due società che hanno investito rispettivamente 6,1 e 6 miliardi nel corso dell’anno 2022.
Nel 2021 i due competitor avevano speso “solo” 4,1 miliardi (Expedia) e 3,8 miliardi (Booking) di dollari; quindi nel 2022 il balzo è stato importante, secondo quanto riporta il portale specializzato PhocusWire.
Proprio in occasione di una conferenza con analisti e esperti di settore, il ceo di Expedia Peter Kern ha discusso la strategia dell’azienda che lega marketing, vendite e fidelizzazione.
«Investiremo un po’ di più nel programma di loyalty, ma ci aspettiamo – come abbiamo detto più volte – che tutti i nostri investimenti vadano a rafforzare il percorso di consolidamento dei clienti, bilanciando tutte le nostre attività: dagli sconti alla fedeltà fino al marketing diretto», ha detto il manager.
IL CASO AIRBNB
Nel frattempo Airbnb – che aveva drasticamente tagliato le spese di marketing nel 2020 – ha accelerato il recupero delle attività nel momento in cui le vendite hanno iniziato a riprendere a ritmo sostenuto. Airbnb ha speso 1,5 miliardi di dollari nel 2022, rispetto a circa 1,2 miliardi dell’anno precedente. Ma come percentuale sul fatturato, il marketing è sceso dal 20% al 18%, il più basso tra le quattro Ota considerate qui.
Il colosso cinese Trip.com Group è invece l’unico dei quattro player nalizzati che ha ridotto la sua spesa di marketing nel 2022, passando da 772 milioni di dollari nel 2021 a 616 milioni di dollari l’anno scorso.
Queste cifre sono ancora ferme a metà dell’investimento di Trip.com Group nel 2019;; quando il marketing contava su di una spesa annua di quasi 1,3 miliardi di dollari.