Da HomeAway a Vrbo, istruzioni per l’uso
«Il 2019 è l’anno delle novità e Vrbo si inserisce in questo quadro». Il country manager Gualberto Scaletta spiega il “cambio nome” di HomeAway e puntualizza: «Non si tratta di un rebranding, ma piuttosto di un refresh. Non cambierà nulla, Vrbo è la piattaforma di riferimento per le case vacanza del Gruppo Expedia. È basata negli Stati Uniti e per l’Italia il portale di riferimento rimane homeaway.it, dove il viaggiatore può prenotare e il proprietario può creare nuovo annuncio».
L’evoluzione sta nel fatto che i proprietari che hanno strutture in Italia su Vrbo possono ricevere prenotazioni, e già lo stanno facendo, da Stati Uniti e Canada. Per chiarire il nuovo assetto, il Gruppo sta investendo in visibilità sul territorio: «Stiamo portando avanti un tour in Italia, un vero roadshow, in cui incontriamo proprietari e property manager e presentiamo i nostri strumenti e il nostro business model».
BUSINESS MODEL. Il modello rimane differente rispetto alla casa madre: «Expedia è una Ota, noi una piattaforma specializzata. Ma se un appartamento viene pubblicato su HomeAway e ha determinati requisiti, uno fra tutti l’instant booking, è possibile trovarlo e prenotarlo anche su Expedia, e quindi pacchettizzarlo».
E se invece capitasse di trovare un hotel su Homeaway, si tratterebbe probabilmente al momento solo di uno dei test and learn del Gruppo: «Vogliamo definirci come struttura specializzata anche per facilitare la ricerca del viaggiatore – chiarisce il country manager – Chi va sulla piattaforma sa che troverà seconde case adibite come tali, non in forma di sharing, non prime case vissute e liberate occasionalmente per un weekend».
E il portale punta anche sulla garanzia di prenotazione e sulla riprotezione: «Il pagamento di chi prenota transita attraverso la piattaforma e in quel caso c’è una protezione sicura per problemi di overbooking o cancellazione, c’è un servizio di customer service».
Ulteriori sbocchi potrebbero aprirsi con la normativa che liberalizza le agenzie immobiliari, «che potranno anche esercitare servizi extra, come il check in, il check out e la pulizia. Da parte loro c’è interesse e per noi è una possibilità di offerta in più».
NODO TASSA DI SOGGIORNO. Nodo da sciogliere resta sempre quello della tassa di soggiorno: «In linea di principio non siamo contrari, abbiamo dialogato con diversi comuni e lo stiamo facendo ancora – ricorda il manager – C’è però un problema legato alla frammentazione, come parte di un Gruppo globale abbiamo anche dinamiche tecnologiche globali ma ci troviamo di fronte a condizioni di prelievo non uniformi».
Per il momento, dunque, rimane il proprietario il responsabile della raccolta dell’imposta, «noi diamo supporto amministrativo e burocratico attraverso la pagina Proprietario responsabile sul nostro portale, facciamo da ponte tra le amministrazioni e i proprietari», conclude Scaletta.