Metti una sera a cena alla Casina di Villa Madama, location d’eccezione a Roma, in compagnia di un folto gruppo di turisti americani accompagnati da Steve Perillo, importante tour operator italo-newyorkese, e da Joe Piscopo, showman con il quale i turisti hanno scelto di viaggiare.
La storia di Perillo Tours inizia con Joseph Perillo, un avvocato italiano di Napoli immigrato negli Stati Uniti nel 1925. Fu lui a fondare l’operatore, nel 1945, in un modesto negozio del Bronx, in quella che allora era Little Italy. Perillo era di fatto un’agenzia di viaggi etnica, che aveva lo scopo – anche sociale – di soddisfare le crescenti esigenze della folta comunità italiana che si era stabilita in America dopo la Seconda guerra mondiale.
Presto entrò in azienda anche il figlio di Joseph, Mario, che durante l’Anno Santo del 1950, riuscì a portare a Napoli 200 persone in quello che sarebbe stato ricordato come il suo primo tour in Italia.
Da quel momento, Perillo Tours crebbe fino a diventare la più grande agenzia etnica italiana di New York. Le radio italiane locali suonavano lo slogan di Perillo: “Chi viaggia con Perillo, viaggia tranquillo“. Mario aveva un talento per il marketing ed è stato un precoce adattatore dei moderni strumenti pubblicitari, culminati nei suoi spot televisivi nazionali come “Mr. Italy”.
Oggi, il figlio di Mario, Steve, guida la terza generazione, mantenendo la posizione preminente di Perillo Tours nel settore dei viaggi. Pur offrendo una varietà di vacanze di gruppo con accompagnatore, indipendenti e personalizzate in tutto il mondo, l’Italia continua a essere la destinazione di punta di Perillo e il suo “primo amore”.
Mr Perillo, come sono cambiate le esigenze dei turisti americani che visitano l’italia?
«Il turista statunitense si è evoluto, è diventato molto più sofisticato, sia per quanto riguarda gli hotel, che i trasporti e il cibo. Prima accettavano anche gli hotel senza aria condizionata e i pullman con 54 persone in cui bisognava riporre il bagaglio sopra i sedili, magari bloccato con corde. Oggi abbiamo migliorato la nostra qualità e viaggiamo in gruppi più piccoli, alloggiando in hotel migliori e cercando cibo di alta qualità. Abbiamo inoltre ampliato l’offerta e la qualità delle esperienze culturali. Una grande novità introdotta nei nostri tour sono le esperienze gastronomiche e le cooking class hanno un grande successo».
Lavorate anche con il resto del mondo?
«Sì, operiamo in tutto il mondo, ma l’80% del nostro business riguarda l’Italia, dove portiamo circa 10mila turisti l’anno: 40 persone a gruppo per tre tour a settimana da aprile a ottobre. In più ci sono i viaggi individuali. Inoltre, organizziamo tour speciali per il turismo religioso e anche per le grandi famiglie italo-americane che vogliono ricercare le loro origini. Oppure, come nel caso di questo viaggio, tour con “la celebrità”. I turisti che stiamo accompagnando adesso hanno pagato 6.000 euro per scoprire l’Italia con Joe Piscopo».
Joe Piscopo – per chi non lo sapesse – è un attore, comico e conduttore di talk show radiofonici statunitense che ha fatto parte anche del cast del “Saturday Night Live” negli Stati Uniti dal 1980 al 1984. Questo settembre in collaborazione con Steve Perillo, ha portato un gruppo di 80 ascoltatori che in sole due settimane hanno risposto alla sua proposta durante il suo programma radiofonico nel 2019.
Che conseguenze ha avuto la pandemia su di voi e in generale sui t.o. Usa?
«Il fatto che Perillo Tours non possegga strutture, ma offra servizi, ci ha facilitato. Abbiamo solo dovuto fermarci e aspettare che passasse. Il governo americano ci ha aiutato molto devolvendo alla nostra categoria un’enorme quantità di denaro, milioni di dollari, naturalmente in proporzione alla grandezza dell’azienda. Se, poi, le aziende non licenziavano nessuno, venivano premiate ulteriormente con altro denaro. Tutti in America siamo sopravvissuti a questa pandemia. Certo, ricominciare non è stata proprio un’esplosione. La ripresa effettiva è lenta e quest’anno abbiamo perso circa metà della clientela, ma per il prossimo anno prevediamo un vero e proprio boom, con un numero anche troppo grande di clienti da accontentare. L’Italia è una meta molto ambìta, quindi anche molto affollata, con tantissimi turisti. Per questo, sebbene i nostri clienti preferiscano venire a settembre, personalmente suggerisco di scegliere la bassa stagione, novembre o addirittura gennaio: per coprirti ti compri un giaccone da 300 euro e comunque risparmi 3.000 euro rispetto a viaggio che avresti fatto a settembre oltre a vedere meglio tanti luoghi molto affollati, come per esempio i musei Vaticani o anche Venezia».
Mario Perillo, il padre di Steve, nel 1980 è stato il primo operatore a organizzare tour in bassa stagione. Fu un successo. Il primo anno vendette oltre 6.000 viaggi. I biglietti aerei in bassa stagione erano scontati, così come gli hotel e tutti i servizi. Gli hotel dovevano essere pregati affinché accettassero un gruppo perché erano pieni. Si doveva trattare: per ogni gruppo in inverno dovevano portarne uno in primavera. In febbraio, in 2 settimane, Perillo Tours portava in Italia almeno dieci gruppi da 40 persone.
Il livello dei servizi in Italia è adeguato alla vostra clientela?
«L’Italia ha i migliori servizi del mondo in termini di hotel. L’unico problema che ogni tanto abbiamo riscontrato è stato sulla colazione. Per gli americani il classico breakfast continentale è essenziale e talvolta siamo stati costretti a forzare gli hotel a prepararla, pena la perdita del cliente. Inoltre, ho notato la mancanza di personale italiano. Dai camerieri ai cuochi non ci sono più italiani in hotel e ristoranti e questo potrebbe diventare un problema».