Da overtourism a turismo “disorganizzato”: il punto di Fiavet Toscana
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Una ridefinizione dell’overtourism, termine inflazionato e inappropriato per indicare in realtà un turismo “disorganizzato” che sta affliggendo le principali destinazioni dell’incoming italiano: fronteggiare il fenomeno è un imperativo che vede impegnati amministrazioni locali, ma anche gli operatori della filiera turistica, principalmente agenzie di viaggi e ricettivisti.
Su questo tema, e sulla sfida che attende mete di spicco come Firenze, Fiavet Toscana-Confcommercio ha organizzato per martedì 10 dicembre – presso Atto di Mollica & Salotto Portinari a Firenze – un incontro dal provocatorio titolo “Overtourism o turismo disorganizzato?”, coordinato dal presidente di Fiavet Toscana-Confcommercio Pier Carlo Testa, al quale parteciperanno l’amministratore delegato di Enit, Ivana Jelinic, l’Assessore allo Sviluppo economico, turismo fiere e congressi del Comune di Firenze, Jacopo Vicini, la presidente della Fondazione Destination Florence Convention Bureau, Laura Masi.
«La crescita incontrollata dei flussi turistici a Firenze – osserva Testa – ha messo sotto pressione il patrimonio culturale e la qualità della vita. E la città, di fronte all’aumento dei turisti, non ha saputo sviluppare politiche efficienti di gestione, a volte nemmeno applicare le regole già esistenti, in una situazione di concorrenza sleale sempre più diffusa, assistendo a congestione e degrado».
«Il termine overtourism – spiega – riduce il fenomeno a un problema di numero, mentre la situazione è molto più complessa e vede un grande impatto sull’ambiente, sul patrimonio e sull’economia locale. Inoltre incoraggia una cultura della non-accoglienza (“tourist go home”) di stampo antindustriale. Quando invece il problema vero non è allontanare i turisti, ma gestirli nello spazio e nel tempo. I residenti sono parte del sistema e devono essere consapevoli dell’importanza del turismo per il tessuto economico della città».
Il presidente di Fiavet Toscana aggiunge: «Per affrontare il problema del “turismo disorganizzato” è necessario un approccio articolato in alcuni micro provvedimenti mirati, che coinvolgano tutti gli attori in campo. In altre parole, le politiche devono considerare non solo il controllo numerico dei turisti, ma anche la gestione delle modalità di fruizione, la distribuzione geografica e temporale e la qualità dell’esperienza. Mi auguro che da questo incontro scaturiscano proposte e soluzioni percorribili».