La cronistoria è la seguente. A fine aprile il varo della nuova legge pugliese sulle agenzie di viaggi (17/2019), approvata all’unanimità dalla Regione. Dopo poco più di un mese, il 3 giugno, il parere dell’Antitrust che la tacciava di “incostituzionalità” per i vincoli agli enti no profit e i paletti imposti ai direttori tecnici. Subito dopo, il 19 giugno, la decisione di Palazzo Chigi di non impugnare il testo, non accogliendo dunque le segnalazioni dell’Authority.
Una storia che poteva concludersi così, con il più classico degli happy ending, ma che ha avuto invece un seguito: l’8 luglio il parere è apparso nel bollettino settimanale del Garante della Concorrenza e del Mercato, diventando di pubblico dominio. E scatenando una dura reazione da parte delle associazioni delle adv, per una volta compatte nel difendere gli interessi della categoria.
FIAVET PUGLIA DIFENDE LA LEGGE. Dalla Puglia interviene Piero Innocenti, presidente regionale di Fiavet e vicepresidente nazionale vicario. Colui che per la federazione che fa capo a Confcommercio ha partecipato in prima persona ai tavoli che hanno portato alla scrittura della nuova legge, che ora difende con forza. «Abbiamo dibattuto e lavorato di concerto per un anno e mezzo – racconta – Alla fine il testo è stato approvata all’unanimità, anche grazie all’ottimo lavoro dell’assessore al Turismo, Loredana Capone».
«Il parere dell’Antitrust contiene informazioni che sviano e ci lascia basiti – commenta – La regolamentazione dei direttori tecnici serve ad arginare il fenomeno dei prestanome e i vincoli alle attività delle organizzazioni no profit sono finalizzate a combattere l’abusivismo. E dunque ad assicurare al cliente finale le garanzie che gli spettano e che sono previste da istituti intoccabili come il fondo di garanzia e la responsabilità civile».
JELINIC: «RISCHIO FAR WEST». Sul tema interviene anche Ivana Jelinic, presidente nazionale di Fiavet: «Siamo sempre stati a favore delle no profit che si comportano come tali. Ma ci sono delle regole che vanno rispettate, peraltro previste dalla direttiva Ue sui pacchetti turistici».
Rimuovere i paletti? «Rischiosissimo, si scivolerebbe facilmente in quel far west che da sempre combattiamo. Le regole servono a tutelare il nostro lavoro, ma anche la serenità dei viaggiatori stessi».
FTO, MILANI: «CENTINAIO INTERVENGA». Sempre da casa Confcommercio, scende in campo il direttore nazionale di Fto, Gabriele Milani, preoccupato di un vero e proprio effetto domino: «Il fatto che il Consiglio dei ministri non abbia impugnato la norma pugliese, non toglie che il parere dell’Antitrust sia fuori luogo e possa trasformarsi in un precedente di rilevanza nazionale. La Puglia, di fatto, è stata precursore per il recepimento della direttiva pacchetti, ergendosi a modello per le altre Regioni, proprio ora che sono in fase di riscrittura leggi come quella del Lazio e della Lombardia».
Ferma la posizione di Milani sul tema che riguarda i direttori tecnici, di cui il Garante contesta l’esame di abilitazione e l’esclusività in un’unica agenzia di viaggi: «Il parere dell’Antitrust – dice – è tanto più sbagliato e inopportuno, se si pensa che «siamo in un momento di revisione del quadro normativo, tramite la recente legge delega, che ricordo include la riforma delle professioni».
Secondo il direttore di Fto, che chiede l’intervento del ministro Gian Marco Centinaio, la posizione dell’Antitrust è «sostanzialmente sbagliata in quanto lede gli interessi di imprenditori che oggi pagano tasse, stipulano assicurazioni e fondi di garanzia a tutela del viaggiatore, creano posti di lavoro pagando contributi e si adeguano alle nuove normative su fatturazione elettronica, studi settore, privacy e via dicendo. Paradossale – aggiunge – penalizzare questi imprenditori per favorire equivalenti attività economiche di enti no profit che non pagano tasse, lavorano senza regole, in concorrenza sleale».
ASSOVIAGGI SCRIVERÀ ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE. Sul fronte Confesercenti, si unisce al coro anche Assoviaggi con il suo presidente Gianni Rebecchi. Quelle dell’Authority sono, dal suo punto di vista, «osservazioni incomprensibili che rischiano di avere un effetto sul turismo in generale e sulle agenzie di viaggi in particolare, anche perché arrivano nel bel mezzo della discussione sulla legge delega».
«Si tratta di una posizione che non tiene conto della realtà del settore, soffocato da un’ondata di abusivismo senza precedenti. Abusivismo che spesso passa proprio attraverso finti enti no profit», afferma Rebecchi, che con amara ironia aggiunge: «Sembra che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Da una parte, l’Antitrust è chiamato a sanzionare per il mancato rispetto delle norme sui contratti turistici; dall’altra, favorisce proprio quei soggetti a cui la direttiva Ue sui pacchetti turistici ha riconosciuto il vincolo dei due viaggi l’anno».
Anche da Assoviaggi parte l’appello a Centinaio: «È urgente che a settembre il ministro convochi un tavolo con associazioni, regioni e forze dell’ordine per fare chiarezza sulle regole. Inoltre, scriveremo all’Agenzia delle Entrate segnalando che quanto espresso dall’Antitrust rischia di incentivare l’elusione fiscale e all’Autorità Garante chiedendo di rivedere le posizioni espresse».
AIAV CHIAMA A RACCOLTA LE ASSOCIAZIONI. Duro affondo anche da parte di Aiav con il suo presidente Fulvio Avataneo: «Ritengo completamente folle il parere dell’Antitrust. Mi stupisce che a sentenziare su una materia tanto delicata, già considerata ampiamente dall’Unione europea a difesa e tutela di viaggiatori e imprese, sia chiamato un ente che – in questo caso – dimostra di non aver capito nulla di ciò di cui si parla».
Secondo l’associazione, quando il Garante parla di «restrizione della libertà di iniziativa economica» che penalizzerebbe le attività degli enti no profit rispetto a quelle delle imprese turistiche, «dovrebbe considerare che nel momento in cui un’associazione senza scopo di lucro svolge iniziative di carattere economico, si trasforma in impresa e, come tale, va assoggettata a tutti gli obblighi di legge».
Sul tema, poi, della limitazione dell’entrata sul mercato di nuovi operatori, secondo l’Aiav «l’Antitrust non considera che oggi il settore turistico risulta uno dei più colpiti dall’abusivismo proprio grazie al lassismo nei confronti dei direttori tecnici “prestanome”, di associazioni senza scopo di lucro e di qualsiasi altra realtà catapultatasi sul mercato senza il benché minimo rispetto delle leggi».
Detto ciò, Aiav promette battaglia e si augura che «questa sia l’occasione giusta per far sedere tutte le associazioni a un tavolo per discutere dei problemi della categoria».
Un auspicio condiviso da chiunque abbia a cuore il settore del turismo organizzato.