Dall’11 aprile tornano i voli tra Russia ed Egitto
Torna il sereno sui rapporti tra Russia ed Egitto. Dopo averlo annunciato (e posticipato) più volte, tra l’11 e il 12 aprile sia Aeroflot che EgyptAir riprenderanno a volare tra Mosca e Il Cairo dopo che nell’ottobre 2015 un attentato terroristico aveva colpito un charter russo di ritorno da Sharm el-Sheikh. Dopo il Mitt di Mosca, dove la notizia era già nell’aria, nelle settimane successive è arrivata la conferma da fonti governative sia egiziane che russe, che avevano entrambe date come ormai risolte tutte le questioni legate alla sicurezza degli scali del paese Mediorientale.
Se dunque sul fronte di Aeroflot gli operativi prevedono inizialmente tre collegamenti alla settimana tra le due capitali ( dal 12 giugno al 2 luglio, poi, in concomitanza con i Mondiali di calcio che si terranno nella Federazione, le frequenze dovrebbero aumentare), anche da parte di EgyptAir i voli saranno tre ogni sette giorni. il tutto in attesa che possano riprendere anche le operazioni su Hurghada e Sharm el-Sheikh.
Intanto, i turisti russi hanno ripreso a viaggiare, dopo qualche anno che tra svalutazione del rublo e instabilità geopolitiche varie, i flussi erano diminuiti in modo significativo. «I valori assoluti sono ancora lontani dai livelli del 2013 – ha sottolineato Olivier Jager, ceo di ForwardKeys, durante il panel di apertura della fiera moscovita – ma le condizioni economiche sono migliorate». In compenso, a essere cambiate rispetto a qualche anno fa sono le mete scelte dai vacanzieri. Come prevedibile, la Turchia registra la più grande crescita tra 2016 e 2017 (durante l’estate il Paese si aspetta di ricevere 6 milioni di russi), ma a giovarsi della crisi sono state soprattutto destinazioni come Azerbaijan, Georgia, Usa, Maldive, Portogallo e Indonesia.
Una tendenza confermata anche dall’andamento delle prenotazioni nei primi tre mesi del 2018 (+17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), dove la fanno da padrone sul lungo raggio Paesi come Giappone e Indonesia, preceduti però da Francia, Turchia e Georgia (ma non l’Italia però, fuori dalla top ten).
Per i Mondiali del prossimo giugno, poi, le prenotazioni sono in crescita del 118,3%, sostenute soprattutto da Paesi come Messico, Argentina, India, Usa e Regno Unito. A dare l’idea, però, di come il mercato russo sia ancora in evoluzione, arrivano infine i dati provenienti allo shopping. «Per l’Italia e altre nazioni europee, il 2017 ha visto un aumento dei volumi nell’ordine del 20-30%, ma con un calo del 7-10% della media per transazione». Insomma, i russi che viaggiano hanno meno soldi da spendere, anche se il segmento upscale non è mai stato in crisi. Con una particolarità, ha sottolineato Mila Novichenkova, ricercatrice di della società di consulenza Ipsos Comcon: «Se tutti i russi sono influenzati dai brand, l’upper class e gli influencer sono molto attratti anche dal tema della sostenibilità nelle loro scelte di acquisto, a cominciare dalla strutture alberghiere che preferiscono con un approccio green».