by Fabrizio Condò | 3 Luglio 2023 12:20
Quello sbocco al mare è un’ossessione. Avanti, frugate pure nella memoria dei vostri studi scolastici alla voce “Russia” e questo troverete tra gli obiettivi di Mosca da sempre. Se poi aggiungete la parola “Crimea” – Repubblica che de facto è federata alla Russia, ma che de iure appartiene all’Ucraina – avete tutte le tessere del puzzle. Mancano solo i turisti, quelli russi ovviamente, perché la voglia di mare resta intatta, anche in tempi difficili come questi.
Così capita che si registrino code anche di 10 km di vacanzieri russi alla frontiera con la penisola nel territorio di Krasnodar, perché la voglia di farsi un tuffo è forte, tralasciando le radici storiche. Sabato mattina – riferisce Il Corriere della Sera – la lunga colonna di macchine ha creato un enorme ingorgo sul ponte di Crimea, tanta era la voglia di entrare nella zona “riconquistata”, a testimonianza che il confine tra il dramma della guerra e le vacanze è più labile di quanto sembri: qui la gente acquista “pace” a buon prezzo, mentre in Ucraina tuona il cannone. Agli ucraini non resta che manifestare la propria rabbia su Twitter definendo gli “invasori” per diporto “katsap”, da “tsap”, quindi “capre”: «Tornatevene in Katsapstan», più chiaro di così…
Difficile però che l’invito venga raccolto, considerando i prezzi più che abbordabili dei pacchetti vacanza all inclusive in Crimea lanciati dai tour operator russi. Eppure, solo tre mesi fa il ministro degli esteri ucraino, Dmitro Kuleba, spiegava che le ricerche in russo online per trascorrere le vacanze sul Mar Nero avevano subito un tracollo: «Persino i russi capiscono che fare le vacanze in un territorio usurpato non si fa». E invece pare che la voglia di mare stia travolgendo ogni remora, guerra o non guerra.
Tanto più che da un mese la tv russa sollecita i connazionali a trascorrere le vacanze proprio in Crimea, spiegando che «passare l’estate lì è dovere di ogni cittadino russo». Una risposta stile guerra fredda all’Institute for the Study of War americano, che a gennaio aveva annunciato: i russi promuovono vacanze in Crimea e nei territori occupati, per trasferire in colonie i bambini ucraini deportati durante la guerra.
E che la crisi non sia un ostacolo alla voglia di mare dei russi, in questo caso il Mar d’Azov, si evince anche dal fatto che anche Mariupol sia una meta col circoletto rosso. Stiamo parlando della città ucraina caduta in mano a Mosca e fatta a pezzi, eppure la propaganda turistica ci tiene invece a sottolineare che «ritorna alla vita». Potenza dei prezzi più che economici: 30.000 euro per un appartamento vista mare. In base alle statistiche diffuse dall’Onu, nel 2022 nella martoriata Mariupol il 60% delle case disponibili è stato distrutto, 1.348 i civili morti, 350.000 sfollati. Eppure quell’ossessione chiamata mare non appassisce.
Source URL: https://www.lagenziadiviaggimag.it/dalla-crimea-a-mariupol-le-nuove-mete-dei-turisti-russi/
Copyright ©2024 L'Agenzia di Viaggi Magazine unless otherwise noted.