by Cristina Melis | 30 Gennaio 2018 7:00
Dopo essere stata per cinque secoli la capitale della Polonia (fino a quando, alla fine del ‘500, questa venne spostata a Varsavia), Cracovia, per una serie di vicissitudini miracolosamente scampata ai bombardamenti dell’ultima guerra, è attualmente la meta turistica più visitata del Paese, oltre a essere una delle città più antiche e vivaci dell’Europa orientale. In poco meno di due ore, con un volo Ryanair diretto da Roma, atterriamo proprio qui, per un weekend organizzato dall’ente del turismo polacco con il supporto logistico della Sos Travel. Un tour alla sua scoperta non può che cominciare dalla Città Vecchia, il centro storico Patrimonio dell’Umanità Unesco fin dal 1978, con i suoi edifici medievali, rinascimentali e barocchi, fulcro della vita cittadina fin dal XIII secolo e oggi in gran parte zona pedonale.
E il cuore della città vecchia è senza dubbio la Rynek Glowny, la Piazza del Mercato che, grazie alle sue dimensioni (200 m x 200 m), è anche una delle piazze più grandi d’Europa. Animatissima – e sfondo del mercatino allestito ogni anno a Natale – è circondata da case e palazzi perfettamente restaurati, e vi si trovano alcuni dei monumenti più noti della città. A cominciare dall’imponente Basilica di Santa Maria, uno dei simboli di Cracovia, che con i suoi mattoni rossi e le sue due torri di altezze diverse domina la piazza.
Ogni ora dalla torre più alta, un trombettiere (attualmente se ne alternano sette) suona l’hejnal, una melodia di cinque note che si interrompe bruscamente: per ricordare, secondo una leggenda molto amata, un valoroso trombettiere la cui gola venne trafitta da una freccia mentre suonava per dare l’allarme di un attacco nemico. Magnifico l’interno a tre navate, con vetrate policrome, pareti affrescate, un soffitto dipinto di blu e trapunto di stelle, e un polittico d’altare in legno scolpito che ha più di 500 anni: alto 13 metri e largo 11, rappresenta scene della vita di Maria e Gesù, con oltre 200 figure, alcune alte più di 2 metri (per completarlo, lo scultore Veit Stoss impiegò più di dieci anni). Al centro della piazza, il Mercato dei Tessuti (Sukkienice) era il centro dei commerci della città, in particolare delle stoffe. Ricostruito e ampliato nel corso dei secoli, oggi questo edificio lungo più di cento metri, con portici, attici, cupole e soffitti a volta, ospita negozi, botteghe d’artigianato e caffè.
Ma la piazza nasconde anche un altro tesoro: la Rynek sotterranea (Podziemia Rynku) che, situata alcuni metri sotto il suolo, offre un itinerario affascinante “sulle tracce dell’identità europea di Cracovia”, illustrando il ruolo della città nell’Europa medievale, e la sua evoluzione attraverso 800 anni di storia culturale, commerciale e artigianale: un museo archeologico che non solo mostra numerosi oggetti di uso quotidiano, dalle monete ai gioielli, dalle stoviglie agli attrezzi da lavoro, rinvenuti nel corso degli scavi archeologici condotti tra il 2005 e il 2010, in occasione di alcuni interventi di restauro della superficie della piazza, ma che, grazie alla moderna tecnologia multimediale con immagini, video, suoni e animazioni, riesce a far rivivere al visitatore l’atmosfera della città in epoca medievale. Tornando in superficie, la nostra visita prosegue con la breve salita alla Collina del Wawel, altro simbolo del paese che domina la Città Vecchia. Il Castello e la Cattedrale alla sua sommità sono stati per secoli al centro della monarchia polacca, rispettivamente come residenza reale e come sede preposta alle incoronazioni e luogo di sepoltura dei reali e di altri personaggi importanti nella storia della Polonia.
Più volte depredato e saccheggiato, ristrutturato e ampliato, il complesso – oggi un museo, dove si possono visitare le sale di rappresentanza, gli appartamenti reali, il tesoro e l’armeria, oltre alle varie cappelle e cripte nella cattedrale – è caratterizzato da una molteplicità di stili architettonici, dal romanico al gotico, dal rinascimentale al barocco, e nel corso della tormentata storia del Paese è stato anche occupato dagli austriaci, quando nel 1795 Cracovia venne annessa alla provincia della Galizia dell’Impero austroungarico, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la città divenne la capitale della Polonia occupata dai tedeschi, fu la sede del governatore, il generale Hans Frank. Nel castello tra l’altro è stato esposto a lungo uno dei ritratti più famosi di Leonardo, la “Dama con l’ermellino”, che da maggio 2017 si può ammirare in una sala del Museo Nazionale di Cracovia.
Molto tormentata anche la storia del dipinto: la dama del titolo è Cecilia Gallerani, amante del duca di Milano Ludovico Sforza detto il Moro (e secondo alcuni l’ermellino è un riferimento al duca stesso), che commissionò il ritratto poi acquistato nel 1800 dal principe Azdam Czartoryski. Trafugato dai nazisti nel 1939, prima abbellì la residenza del governatore Frank, quindi fu nascosto in Germania, per essere infine riportato a Cracovia dagli americani nel 1946. Scendendo dalla collina del Wawel si arriva all’antico quartiere ebraico di Kazimierz, che fino agli inizi del XIX secolo, quando fu assorbito da Cracovia, era stata una municipalità completamente indipendente, con un proprio comune e proprie leggi. Oggi è una delle zone più vivaci della città, con ristoranti, locali notturni, caffè, gallerie d’arte e negozi originali.
ZUPPE, PIEROGI E ZAPIEKANKA. Uno degli snack più popolari è la zapiekanka, una specie di baguette con formaggio, prosciutto e funghi, ma ovunque c’è un chioschetto di obwarzanki: anelli di pasta di pane simili ai bagel. Tra le specialità le zuppe, come la zurek, farina di segale fermentata, salsiccia e panna, o la zuppa grzybowa, crema di funghi servita in una pagnotta svuotata. E naturalmente i pierogi, ravioli farciti di carne, formaggio, patate, crauti e perfino mirtilli. E tra i dessert, tipico di Cracovia, il sernik, dolce alla ricotta acida.
SE LA CATTEDRALE È DI SALGEMMA. A una decina di chilometri da Cracovia, la miniera di sale di Wieliczka (sito Unesco) è un impressionante mondo sotterraneo: un percorso lungo oltre tre chilometri, che scende fino a 134 metri di profondità, dove tutto è scavato o scolpito nel sale. Come la cappella di Santa Cunegonda dove anche le pale d’altare sono di cloruro di sodio.
DENTRO LA FABBRICA DI SCHINDLER’S LIST. Fondata nel XIV secolo da Casimiro il Grande come città a se stante, nel corso degli anni, Kazimierz era diventato un quartiere prevalentemente ebraico, un rifugio anche per gli ebrei perseguitati nel resto d’Europa. Quando all’inizio degli anni ‘90 Steven Spielberg arrivò a Cracovia per girare Schindler’s List, Kazimierz era diventato un sobborgo povero e trascurato. Ma dopo il film trovò la forza di rinascere. Grazie a questo esempio si sta rianimando anche Podgorze, sobborgo sulla sponda meridionale della Vistola dove i tedeschi nel 1941 costruirono un ghetto, internandovi 16 mila ebrei. Alquanto sconvolgente, ma imperdibile, l’esposizione permanente allestita all’interno della fabbrica di stoviglie smaltate (“Emalia”) di Oskar Schindler: “Cracovia – il periodo dell’occupazione 1939-1945” non solo mostra la vita quotidiana della città e dei suoi abitanti durante quel periodo, ma riesce a ricreare atmosfera ed emozioni del tempo attraverso una narrazione multimediale, tramite fotografie, filmati, manufatti d’epoca, trasmissioni radiofoniche e vecchi video. La vasta piazza degli Eroi del Ghetto, pavimentata in granito grigio, è completamente vuota, a parte 70 sedie in bronzo, che di sera vengono illuminate. Sul lato meridionale della piazza c’è la Farmacia sotto l’Aquila (attualmente un museo), il cui titolare, Tadeus Pankiewicz, è l’unico a cui fu permesso di restare, soprannominato “Giusto tra le nazioni” perché si adoperò per migliorare le condizioni degli ebrei internatiente de
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