«Apprezziamo la reintroduzione del tax credit, ma su locazioni brevi e imposta di soggiorno ancora non ci siamo». Commenta così il disegno di legge recante “misure per lo sviluppo del turismo”, collegato alla Legge di Bilancio 2020 e in arrivo in Consiglio dei ministri, Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.
La disciplina delle locazioni brevi, spiega Bocca, «è trattata in modo insufficiente: viene qualificato come imprenditore il soggetto che gestisce più di tre unità immobiliari (definizione ambigua, che può includere anche interi fabbricati) e si trascura di considerare il cuore del problema, cioè di stabilire una soglia minima di durata del soggiorno al di sotto della quale la fornitura dell’alloggio non può essere contrabbandata per attività di locazione ma deve essere inquadrata in una delle categorie previste per l’attività di tipo ricettivo».
Inoltre, prosegue il numero uno di Federalberghi, «leggiamo di estendere l’imposta di soggiorno a tutti i comuni e di elevarne l’importo, a seconda dei casi, sino al10 o al 20% del prezzo del pernottamento. Ciò significa che in alcuni casi le imposte indirette che gravano sul prezzo degli alberghi potrebbero triplicarsi. Positiva invece la riattivazione del credito d’imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, sia pur in un quadro di risorse esigue».
“A sei anni dal decreto art bonus, fortemente voluto dal ministro Franceschini nel suo primo mandato al Mibact, il turismo tornerà ad avere un provvedimento di legge dedicato che – si legge nel comunicato di Confturismo – necessita tuttavia di modifiche e integrazioni per essere di effettivo supporto a un settore che, in soli sei mesi, ha affrontato una sequenza di crisi senza precedenti: dal crac Thomas Cook al disastro dell’acqua alta a Venezia, agli effetti pesantissimi dell’epidemia di coronavirus, fino alle vicende del sistema del trasporto aereo con la chiusura di Air Italy e le incertezze sul futuro di Alitalia”.
Rispetto a queste criticità, prosegue Confturismo, “la riattivazione in via strutturale dei tax credit digitalizzazione e riqualificazione, la revisione dell’imposta di soggiorno e un timido e poco efficace approccio alla regolamentazione delle locazioni brevi rappresentano una risposta parziale e non pienamente in linea con il contributo positivo e il ruolo anticiclico che il turismo continua a fornire all’economia italiana”.
“L’impianto del disegno di legge ci sembra un passo avanti, perché accoglie buona parte delle indicazioni e dei suggerimenti proposti”, comunica Assoturismo. Su Enit e affitti brevi, però, l’associazione scrive che “serve più coraggio: abbiamo bisogno di interventi più incisivi. Da mettere meglio a punto anche l’intervento sull’imposta di soggiorno”.
«Sugli affitti brevi si può fare certamente meglio: servono regole che contrastino il dilagare di irregolarità e che allo stesso tempo tutelino le imprese in regola dell’ospitalità diffusa. Per quanto riguarda l’Enit, invece, riteniamo ormai inevitabili misure mirate a equilibrare meglio il rapporto con la parte privata. Anche la presenza di un rappresentante dell’Unione delle province italiane, dopo la soppressione delle stesse, appare superata. Inoltre, limitare l’istituzione dei quartieri degli artisti ai soli centri con più di 100mila abitanti ci sembra una strategia controproducente, perché escluderebbe troppe realtà significative», dichiara Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti.