Ddl Ucraina bis, Confindustria Alberghi chiede di più

13 Aprile 15:42 2022 Stampa questo articolo

Audizione di Confindustria Alberghi presso le Commissioni Riunite 6ª e 10ª del Senato sul ddl Ucraina bis (ddl n. 2564, di conversione del decreto-legge n. 21/2022) per chiedere di rafforzare le misure a supporto delle imprese.

L’associazione di categoria ha sottolineato quanto gli ultimi due anni siano “stati estremamente difficili e abbiano lasciato molte imprese in una situazione di oggettiva vulnerabilità. Un equilibrio molto delicato che la crisi energetica rischia di spezzare. Un pericolo cui si affianca quello dell’oggettiva appetibilità che queste aziende hanno in una prospettiva di medio e lungo periodo, che le rende oggetto di attenzione da parte di investitori speculativi o peggio ancora della malavita”.

Per questo Confindustria Alberghi ha chiesto “un rafforzamento delle misure a supporto delle imprese che, con un fatturato di oltre 21 miliardi di euro e circa 221 mila occupati, erano alla base di quella economia del turismo che prima della crisi valeva ben oltre il 13% del Pil rappresentando uno dei più importanti bacini di occupazione in Italia”.

Sul tema energia, è stato sottolineato che “l’aumento dei costi determinatosi nell’ultimo periodo unitamente alla debolezza del mercato turistico rischia di fungere da detonatore della crisi”. Quindi la richiesta dell’estensione temporanea dei benefici previsti agli energivori anche alle imprese alberghiere.

Sul fronte dell’approvvigionamento elettrico, richiesto il riconoscimento dell’agevolazione – sotto forma di credito di imposta pari oggi al 12% – anche sulla spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica, effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022 e l’adeguamento della percentuale di calcolo, da innalzare temporaneamente al 25%. L’associazione ha anche chiesto di “prorogare poi la misura di almeno un ulteriore trimestre a copertura delle spese che saranno sostenute per gli impianti di condizionamento nel periodo più caldo dell’anno”.

Per il gas naturale, considerando che per le imprese alberghiere i maggiori consumi sono nei mesi invernali, è stato chiesto che il contributo straordinario sotto forma di credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto di gas, consumato nel secondo trimestre 2022, venga riconosciuto anche per le spese sostenute nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.

Sia per l’energia che per il gas è stata chiesta anche la possibilità di prevedere un’intensità di aiuto maggiore per le imprese che nel 2021 hanno registrato significative perdite di fatturato rispetto al 2019.

Relativamente al pagamento delle bollette, è stata chiesta l’estensione della rateizzazione a partire dai consumi del mese di aprile fino a quelli di dicembre 2022 con un numero di rate elevato a 36 (attualmente non può superare 24).

Sul credito d’imposta per l’Imu, Confindustria Alberghi ha evidenziato l’importanza di ristabilire la logica di equità fiscale tra soggetti tenuti al pagamento prevedendo che il credito sia riconosciuto a tutti i soggetti passivi Imu, superando il limite che riconosce l’aiuto solo nel caso in cui ci sia coincidenza tra proprietario e gestore.

In merito agli ammortizzatori sociali è stata sottolineata la necessità di un intervento prevedendo ulteriori settimane di assegno di integrazione salariale Fis a prescindere dalla dimensione aziendale che oggi fissa l’aiuto alle sole realtà con meno di 15 dipendenti. Inoltre, vista la grave crisi amplificata dalla guerra, l’associazione ritiene necessario prevedere la proroga dell’esonero dal pagamento del contributo addizionale fermo al 31 marzo 2022.

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