Estate da incorniciare per Th Resorts che ha fatto segnare un +42% di presenze rispetto al 2019 nei mesi clou e manca ancora il dato di settembre per completare la perfomance della stagione estiva. È un giudizio complessivo all’insegna della positività a tutto campo, quello espresso da Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, intervistato da Adnkronos/Labitalia.
Ma accanto al buon esito dei mesi estivi di picco, Debellini esprime profonda preoccupazione per quello che può essere il contraccolpo commerciale ai rincari energetici nella stagione autunno-inverno per la montagna, dove Th è tra i principali player dell’accoglienza italiana.
«Abbiamo patito enormemente questa altalena impazzita dei costi delle materie prime. E poi il boom del costo prima dell’energia elettrica e poi del gas. Siamo di fronte quindi a una situazione molto grave, che ci preoccupa e in cui è evidente che ci sono delle speculazioni. Noi siamo riusciti sull’energia elettrica, attraverso l’accordo sulle rinnovabili con il Gruppo Dolomiti, a contenere l’aumento dei costi. Questo ha avvantaggiato il nostro Gruppo con le sue 30 strutture in Italia.»
Ma ora, secondo il manager di Th Resorts, non si può aspettare il nuovo governo per intervenire sul tema dei rincari energetici: «Io credo che per gli interventi sull’energia non si possa aspettare il nuovo governo perché i tempi della stagione turistica invernale non lo permettono. A novembre, quando si potrebbe avere il nuovo governo, le prenotazioni sono state già fatte. E come si possono prendere impegni per prenotazioni in una situazione di incertezza globale al riguardo dei fattori essenziali del turismo invernale? Io quindi credo che ci sia una decisione da prendere ora, subito».
Debellini non nasconde le preoccupazioni per l’impennata del prezzo del gas: «Il credito d’imposta non risolve il problema. E quindi a fronte del bellissimo risultato di questa estate noi abbiamo una preoccupazione enorme per i prossimi mesi. Non ho ancora notizia di chiusura di impianti sciistici per il caro energia – dice chiaramente Debellini – ma c’è la preoccupazione grave che possono comunque crearsi le condizioni per farlo. Se in montagna non aprono gli impianti sciistici per il caro bolletta praticamente gli alberghi non possono lavorare. Gli alberghi chiudono. Se gli impianti sono chiusi la gente non va nelle stazioni sciistiche, anche se gli alberghi sono aperti. Questo dato di preoccupazione c’è».
Una riflessione espressa da un operatore di prima grandezza nella stagione invernale: «Noi siamo il gruppo leader sulla montagna in italia, abbiamo una decina di strutture. Tra estate e inverno parliamo di una realtà da circa 40 milioni di fatturato, dalle Dolomiti alle Alpi. Quindi una realtà importante. Ora dal punto di vista commerciale tutto il mercato italiano ed estero è in movimento. I segnali che ci arrivano sono tutti positivi per quanto riguarda l’accoglienza e l’aspetto commerciale. La clientela che fa lo sci ha una disponibilità economica più alta della famiglia tipo che fa la vacanza al mare, lo sci resta uno sport molto costoso».
Il presidente conclude con un messaggio di allerta: «Ma se il segnale che abbiamo dal mercato è di continuità, quello che giunge dal mondo di alberghi, catene, singoli albergatori e proprietari degli impianti sciistici è di grandissima preoccupazione. Oggi la crisi idrica sembra attenuata, ma la poca acqua negli invasi e la necessità dell’energia per gli impianti ma anche per la neve artificiale è una grande preoccupazione».