by Redazione | 7 Luglio 2023 14:17
Via libera a 452.000 ingressi di lavoratori stranieri in tre anni, dal 2023 al 2025. Lo ha deciso il Governo che, constatata la difficoltà a reperire lavoratori nell’agricoltura e nel turismo ha approvato un nuovo decreto flussi in occasione del Consiglio dei ministri del 7 luglio: previsti 136.000 ingressi nel 2023, 151.000 nel 2024 e 165.000 nel 2025.
Nello specifico, confermati «per il lavoro autonomo e subordinato non stagionale i settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia, turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare, della cantieristica navale, per il lavoro subordinato stagionale i settori agricolo e turistico-alberghiero».
Per quanto riguarda poi le quote per l’agricoltura e per il turismo, specifiche quote sono riservate ai «lavoratori provenienti da Paesi di origine o di transito che sottoscrivono accordi per facilitare la migrazione regolare e contrastare quella irregolare e le cui istanze di nulla osta all’ingresso in Italia per lavoro stagionale siano presentate dalle organizzazioni di lavoro indicate nel decreto e maggiormente rappresentative a livello nazionale».
Inoltre, via libera del Consiglio dei ministri a «un decreto flussi integrativo al decreto del presidente del Consiglio dei ministri 29 dicembre 2022, relativo alla programmazione transitoria dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per l’anno 2022, avendo preso atto che le domande d’ingresso per lavoro sono risultate in eccesso rispetto alle quote autorizzate». Nel «decreto integrativo si prevede una quota aggiuntiva pari a 40.000 unità, destinata agli ingressi per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, a valere sulle domande già presentate nel click–day di marzo».
Esprime grande soddisfazione per l’approvazione del decreto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè: «Dal decreto flussi arriva un nuovo segnale di attenzione al settore del turismo: il comparto potrà infatti beneficiare di 40.000 risorse straniere aggiuntive e qualificate. Grazie a un’immigrazione mirata e qualificata, quindi, il governo mette in campo azioni di contrasto e prevenzione all’immigrazione irregolare – nota Santanchè – Inoltre, dopo il bonus estate[1] per i lavoratori, questa è un’ulteriore conferma di come il confronto che ho avviato con le categorie di settore qualche mese fa abbia già prodotto i primi risultati».
Anche Federturismo plaude al provvedimento: è una risposta concreta alle necessità del settore turistico. «Il decreto – si legge in una nota – riconosce l’importanza del nostro settore nel panorama produttivo italiano e l’indispensabilità dell’apporto dei lavoratori stranieri. Il decreto integrativo, che prevede una quota aggiuntiva di 40.000 unità destinate agli ingressi per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, rappresenta un ulteriore passo nella giusta direzione, certi che queste misure agevoleranno un inserimento più rapido e fluido dei lavoratori stranieri nelle comunità locali e contribuiranno a ridurre il divario tra flussi di ingresso e fabbisogni del mercato del lavoro».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Federalberghi. «Esprimiamo apprezzamento per la decisione del Consiglio dei ministri che, accogliendo le istanze delle imprese, ha ampliato il contingente di lavoratori stranieri autorizzati all’ingresso nel nostro paese per motivi di lavoro stagionale – osserva il presidente Bernabò Bocca – Abbiamo chiesto l’adozione di un decreto integrativo perché le domande d’ingresso per lavoro sono risultate tre volte maggiori rispetto alle quote disponibili». Secondo i dati forniti dall’Inps ed elaborati dal Centro studi di Federalberghi, nel momento di massima intensità lavorativa, che corrisponde al mese di luglio, i dipendenti stranieri in forza alle aziende del turismo sono circa 400.000, pari al 25% dei lavoratori complessivamente occupati come dipendenti nel settore.
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