Destination Italia costruirà una rete di local expert
Un operatore dell’incoming a trazione digital ma con il supporto umano di professionalità in carne e ossa: i futuri local expert. È la nuova mission che Destination Italia, la nota travel tech specializzata nell’incoming esperenziale, intende realizzare nell’immediato futuro dopo aver conquistato una immagine e credibilità operativa, come ci ha spiegato la presidente Dina Ravera.
«Il decollo operativo del Portale Sardegna, con cui è stata siglata la fusione – racconta – ci ha consentito di incrementare del 50% le vendite del 2023, mentre quest’anno stiamo consolidando l’attività e in termini di booking siamo già a un +20%. Analizzando i primi otto mesi dell’anno bisogna però ammettere che dopo un ottimo aprile (+35%) e un buon maggio, ci siamo stabilizzati in giugno e luglio, mentre in agosto abbiamo subìto un calo. A settembre e ottobre siamo tornati a buoni rendimenti. Questo vuol dire che non esistono più stagioni di spalla, ma i viaggiatori stanno scegliendo altri periodi dell’anno, magari dove trovano un pricing favorevole e certamente meno affollamento nelle città più visitate».
Riguardo alla presenza distributiva di Destination Italia sui vari mercati esteri, Ravera ha voluto precisare nel dettaglio: «Abbiamo una forte incidenza degli Usa, che è un mercato abbastanza semplice, mentre gran parte dei mercati europei risultano più esigenti e dobbiamo curare maggiormente certe voci di servizio. Un mercato decisamente interessante è l’Australia, così come sta crescendo molto la Cina, grazie a una ritrovata e rinnovata connettività aerea, anche se dobbiamo sempre fare attenzione alla delicata questione dei visti.
Molto promettente risulta pure la Corea. E appare decisamente stimolante il mercato del Giappone, dove non a caso apriremo una nostra sede a Tokyo. Quindi il Sud America, sul quale puntiamo a. un target alto spendente che richiede servizi personalizzati come jet privati, dimore storiche e ville per i loro soggiorni».
Un’attività sempre più capillare, dunque, resa sicuramente più efficiente con l’ausilio – come ha tenuto a sottolineare Ravera – degli ambassador: «Dei veri e propri italian lovers che si relazionano con i referenti locali e sono in grado di perfezionare le offerte mirate, come ad esempio quelle per il turismo sportivo, per il turismo delle radici o per il segmento del benessere, tramite costanti interazioni con associazioni e club di riferimento.»
Non a caso proprio a Ttg Travel Experience a Rimini è stata presentata una ricerca sui trend del turismo sportivo condotta da Endu, la più importante piattaforma in Italia di servizi dedicata agli sport, realizzata in collaborazione con Destination Italia. Indagine dalla quale emerge che gli italiani di questo target si muovono prevalentemente con il nucleo familiare (64%) o con almeno 2 accompagnatori e che questa tipologìa di viaggiatori si muove anche per partecipare a eventi di partecipazione di massa, generando un indotto stimato intorno ai 7,5 miliardi di euro, cui si aggiungono 4,5 miliardi del ciclo turismo. Tra le discipline sportive più amate e seguite figura la corsa con il 39% di quota-mercato.
E il futuro prossimo di Destination Italia? Ravera risponde senza esitazioni: «Ci poniamo sul mercato con due visioni ben distinte: una b2b attraverso la proficua interazione con tour operator e l’altra b2c per intercettare la clientela anche con l’ausilio della tecnologìa, grazie a una rinnovata piattaforma, finalmente tutta di nostra proprietà, che ci permetterà di ridurre certe procedure operative».
»Una ottimizzazione – conclude Ravera – resa possibile dalla tecnologia come dimostrato dal virtual concierge che supporta gli ospiti e dagli avatar esperenziali che accompagnano il viaggiatore alla scoperta del territorio. Il nostro prossimo obiettivo è la realizzazione in tempi brevi di una rete di local expert, i quali, adeguatamente formati, saranno gli assistenti in loco ideali per ottimizzare i soggiorni degli ospiti stranieri. Un network che abbiamo già cominciato ad allestire con i Gal di Molise, Marche, Sardegna, Sicilia e Toscana».