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Destination Italia, prenotazioni a quota 27 milioni di euro

Dina Ravera Destination Italia archivio

Booking a gonfie vele per Destination Italia Spa, che nei primi 11 mesi dell’anno ha superato 27,4 milioni di euro di prenotazioni pari a una crescita del +275% rispetto all’anno scorso, quando nello stesso periodo le prenotazioni avevano toccato i 7,3 milioni di euro.

La travel tech company italiana – tra i principali player del turismo incoming esperienziale nel settore luxury e quotata su Euronext Growth Milan – ha recentemente comunicato l’avvio della fusione per incorporazione di Portale Sardegna, la Ota specializzata nell’incoming B2C e nella tecnologia per il settore travel, anch’essa quotata su Euronext Growth Milan, ed è riuscita a cavalcare la ripartenza del mercato turistico e a gestire più di 27 milioni di euro di prenotazioni.

Il risultato è frutto delle strategie di bilanciamento del portfolio geografico, del focus sui segmenti di mercato a più alta capacità di spesa e della capacità di execution del team. Rispetto al 2021, nel 2022 il Gruppo ha registrato l’incremento delle prenotazioni di turisti di fascia alta provenienti da Stati Uniti, Canada, Australia e da molti paesi dell’Unione Europea, tra cui la Spagna e il Regno Unito. In crescita anche i turisti provenienti dall’America Latina, in primis il Brasile e l’Argentina.

Stabile il mercato mediorientale, in contrazione il mercato russo a causa delle restrizioni ai viaggi. Per la crescita del 2022 è stato molto importante l’apporto di Sono Travel Club, la business line delle esperienze turistiche sartoriali dedicate ai viaggiatori luxury, famiglie e piccoli gruppi con budget di spesa elevati e con il desiderio di vivere esperienze uniche sul territorio italiano: dal soggiorno in hotel o ville private di prestigio, allo chef personale o alle cene stellate, dalle escursioni private in luoghi esclusivi alla partecipazione ad eventi inaccessibili al grande pubblico.

Il team di Destination Italia rileva inoltre che non si tratta soltanto dei cosiddetti high net worth individual, ma anche di persone disposte a spendere cifre importanti per vedere realizzato il proprio “sogno italiano”.

Dina Ravera, azionista di riferimento di Destination Italia, ha sottolineato: «Il Gruppo ha grandi ambizioni: la più importante è diventare un market maker internazionale, capace di incidere sull’export del turismo italiano intercettando e convogliando i flussi di viaggiatori internazionali verso l’Italia, specialmente nel segmento luxury. Per essere così competitivi è necessario raggiungere economie di scala e massa critica di clienti ad alto valore: questo percorso richiede la crescita per linee esterne ed interne.

Ravera ha poi aggiunto: «La crescita inorganica, come la fusione per incorporazione di Portale Sardegna annunciata un mese fa ci consente di acquisire clienti in nuovi segmenti di mercato, tecnologie e nuove competenze. Tuttavia, è la capacità di crescere organicamente che fa la differenza nel medio-lungo termine: acquisire nuovi clienti, curarli e fidelizzarli, offrire loro esperienze turistiche sempre più appealing per aumentare il cross selling sono gli elementi fondamentali per raggiungere grandi obiettivi. È vero che il mercato turistico ha iniziato a correre da aprile in avanti, ma è altrettanto vero che le sfide operative erano grandi, a partire dalla gestione di una domanda che per diversi mesi ha superato l’offerta di servizi turistici. Questa capacità di execution è l’ingrediente chiave che permetterà al Gruppo Destination Italia di raccogliere i frutti delle sinergie commerciali e industriali generate dalle acquisizioni».

Sempre nel consuntivo di Destination Italia, si rileva inoltre l’attrattività delle location turistiche italiane nei confronti dei viaggiatori stranieri: il 2022 mostra la tenuta delle destinazioni classiche (ad esempio Roma, Venezia, Firenze, Milano e i laghi del Nord Italia, Napoli e la costiera amalfitana), ma anche la diversificazione dell’appeal nei confronti di destinazioni alternative.

«Abbiamo riscontrato – ha concluso Ravera – la crescita dell’interesse nei confronti di regioni “di terra” come il Piemonte, ma anche l’Umbria, il Trentino, e l’interesse continuo per le regioni sul mare come Liguria, Sicilia, Sardegna, Puglia ed Emilia Romagna. Le implicazioni sono comunque positive per tutta la filiera turistica italiana, perché lasciano intuire il potenziale di soggiorni più lunghi, e quindi maggiore spesa turistica, viaggiatori di ritorno e destagionalizzazione».

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