Aiav, attraverso i propri legali, si adopererà per consentire alle agenzie di assecondare le richieste dei clienti intenzionati a viaggiare verso i Paesi inseriti nell’Elenco E, che comprende diverse destinazioni cruciali per l’outgoing nei mesi invernali, senza alcun tipo di ripercussione per gli adv. È l’ultima provocazione del presidente Fulvio Avataneo che annuncia anche una petizione online per il superamento delle illogiche barriere imposte ai viaggi verso gran parte delle mete extra Schengen.
L’associazione replica così alle ultime dichiarazioni del ministro Massimo Garavaglia in merito alla ipotetica apertura di corridoi turistici, passando direttamente all’azione per riappropriarsi del business e garantire la sopravvivenza delle aziende, dopo mesi di attesa e di promesse disattese.
Una mossa, questa, scaturita dopo l’ultima tavola rotonda online a cui hanno partecipato agenti di viaggio, guide turistiche e piccoli tour operator. Una posizione che – come spiega la stessa Aiav – parte dal basso, dall’ascolto degli imprenditori stremati dalla perdurante assenza di certezze sul futuro e da una stagione estiva partita bene e minata dalla scarsa chiarezza del governo circa le modalità e le tempistiche di applicazione del green pass.
«Le dichiarazioni del ministro Garavaglia non sono sufficienti per restituire serenità alle agenzie di viaggi e ai tour operator, colpiti da una crisi senza precedenti e vittime di una legislazione ambigua e inefficace, a causa della ingiustificata sordità delle istituzioni – afferma Avataneo – Non dimentichiamo che lo stato italiano versa ancora in una situazione di insolvenza nei confronti degli operatori del settore, che devono ricevere i fondi già stanziati per il periodo agosto/dicembre 2020. Aspettiamo risposte anche in merito all’adeguamento della copertura finanziaria del 2021, alla proroga della cassa integrazione straordinaria almeno fino ad aprile 2022 e allo stanziamento di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto. Noi però siamo gli artefici del nostro destino: per questo abbiamo deciso di agire, con una serie di iniziative concrete. I corridoi non bastano: riteniamo che sia necessaria la riapertura di tutte le rotte turistiche verso Paesi con bassi tassi di contagio e con grande appeal turistico, a partire dagli Stati Uniti. Serve inoltre una data certa: il termine “a breve”, utilizzato dal ministro, ha un carattere del tutto indefinito, soprattutto se si considera che non si riferisce alla data di riapertura dei corridoi, ma alla data in cui i ministri incominceranno a parlarne».