“Operazione reassurance” (rassicurazione) per il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio che, insieme al ministro della Salute Roberto Speranza, ha incontrato la stampa estera per lanciare un appello ai giornalisti dei media stranieri ad adottare una comunicazione equilibrata dei fatti che gravitano intorno all’emergenza sanitaria del Covid-19, spiegando la reale situazione nel paese.
«Siamo qui per fare in modo che l’opinione pubblica dei vostri Paesi possa conoscere la reale condizione dell’Italia – dice Di Maio – Abbiamo deciso di approntare da subito la trasparenza, che è alla base della credibilità di un Paese moderno. Questo ci consente di dire che siamo un Paese affidabile. E oggi possiamo anche dare la buona notizia che tutti i pazienti ricoverati allo Spallanzani sono guariti e ciò potrà aiutare a contrastare la psicosi. Vorremmo quindi rassicurare quanto possibile sia gli italiani che gli amici stranieri e chiedere poi ai Paesi del mondo e alla stampa estera di attenersi solo ai bollettini medici ufficiali, e non raccogliere informazioni da fonti inattendibili con notizie false che vanno a danneggiare le nostre imprese, il nostro turismo, il nostro brand».
Il ministro degli esteri cita il Piemonte come «esempio eclatante, dove è presente un solo caso di coronavirus già isolato, eppure rientra tra le regioni da evitare di visitare, nelle liste di alcuni Paesi esteri. Si tratta di una distorsione della realtà, perché è bene ribadire che anche le due regioni colpite da numerosi casi di coronavirus, non sono certo state poste in totale quarantena: a oggi l’isolamento, per la Lombardia, riguarda lo 0,5% della popolazione e in Veneto copre un territorio che è lo 0,4%. Così come va detto che su 7.900 comuni ne sono coinvolti solo 10 e possiamo dire che l’unità di grandezza è davvero delimitata. Eppure stiamo osservando e subendo le decisioni di Paesi che sospendono voli verso l’Italia o addirittura pongono lo sconsiglio per intere regioni come avviene in casi di ben altra gravità. In Italia possono venire i turisti, come gli investitori».
Poi Di Maio ha lanciato una denuncia più incisiva: «Purtroppo siamo passati da un rischio epidemia a un’acclarata infodemìa che sta colpendo e danneggiando il turismo e questo fenomeno va scongiurato. Non possiamo sentirci colpevoli di essere uno dei pochissimi Paesi ad aver fatto più tamponi nel mondo. Ecco perché continueremo a informare con la massima trasparenza, che ci è stata riconosciuta dalla stessa Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, e smentiremo tutte le false notizie che non provengono da fonti ufficiali, come noi ci siamo attenuti nei confronti della Cina e perseguiremo anche tutte le speculazioni miranti a colpire la nostra economia».