Di Maio e la mezz’oretta della discordia all’InternetDay
«Almeno mezz’ora di internet gratis per tutti. Perché immagino uno Stato che interviene e fornisce, gratuitamente, una connessione alla rete anche a chi non può ancora permettersela». È il “sogno” di Luigi Di Maio, vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, già impegnato nella lotta per il reddito di cittadinanza. La dichiarazione d’intenti del leader pentastellato – che impazza sui social tra detrattori e sostenitori – è stata espressa all’InternetDay 2018, organizzato dall’Agi alla Camera dei deputati, al cospetto dei big del web come Google, con Giorgia Abeltino, direttore public policy; Facebook, con Laura Bononcini, head of public policy; e Airbnb, con Matteo Frigerio, country manager Italia.
«Perché – ha continuato Di Maio – la connessione a internet deve diventare un bene primario per ogni cittadino e siamo a lavoro per tutelare questo diritto». E qui verrebbe da dire: ma invece di “promettere” una mezz’oretta di connessione gratis, non sarebbe meglio presentare un programma concreto sullo sviluppo economico digitale? Magari alzando l’asticella, come ci si aspetterebbe?
Quanto entusiasmo alla Camera quando il vicepremier ha pronunciato la parola «digitalizzazione» come chiave dello sviluppo del nostro Paese. Uno scatto in avanti che dovrebbe essere argomentato in maniera profonda, andando ben oltre «l’investimento sulle persone e il potenziamento dell’informazione e della conoscenza». Senza fermarsi «all’aumento della connettività come beneficio per l’economia». Si è di fronte a un processo colmo di sfaccettature e opportunità – come è stato detto e ridetto – e quello che l’Italia si aspetta dal nuovo governo non è solo «internet per tutti», ma un percorso realistico di crescita, che permetta di sfruttare al massimo la forza del digitale.