Digital Day, Pimpinella: «L’Italia non sia più in ritardo»
La tecnologia? «Ci vuole vision e conseguente progettazione, non possiamo arrivare sempre in ritardo». Lo ha detto Maurizio Pimpinella, presidente di Apsp – Associazione prestatori servizi di pagamento (tra le firme della nostra rubrica Voice of Leader), co-organizzatore insieme alla Fondazione Italian Digital Hub e al Consiglio Nazionale degli Ingegneri del Digital Day, giunto alla sua ventesima edizione e di scena a Roma lunedì 29 maggio, nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati, alla presenza di oltre 50 relatori tra istituzioni, imprese e attori del mondo accademico.
FORMAZIONE, ECONOMIA CIRCOLARE E SICUREZZA
«Il digitale spesso sembra un concetto astratto – ha spiegato Pimpinella – ma è invece estremamente tangibile e concreto». Secondo le stime di Anitec-Assinform (l’Associazione italiana per l’information technology legata a Confindustria) il giro d’affari dell’economia digitale è passato da 71,9 miliardi di euro del 2019, anno pre pandemia, ai 75,3 miliardi di euro del 2022. «Nel 2023 dovrebbe attestarsi a oltre 79 miliardi per poi salire a 83 miliardi nel 2024 e a 87 miliardi nel 2025», ha aggiunto Pimpinella.
La parola d’ordine è formazione, cruciale per consentire l’esercizio della cittadinanza attiva e per migliorare il livello di competitività delle imprese. «La transizione digitale è uno dei pilastri del Piano nazionale di ripresa e resilienza: 71,8 miliardi sono destinati alla transizione ecologica mentre 48,1 miliardi alla transizione digitale. È quindi evidente – ha sottolineato Pimpinella – che la digitalizzazione dei processi economici, amministrativi e sociali rappresenta l’imperdibile opportunità per la rinascita di una società maggiormente equa, inclusiva, competitiva e sostenibile».
Ma sarà necessario «il continuo sviluppo dell’economia circolare grazie a cui il nostro Paese può essere più competitivo, anche se il Pnrr le dedica pochissimi miliardi e questo è un problema», come spiegato da Luca Dal Fabbro, presidente Iren. Così come servirà enorme e continua attenzione alla sicurezza e alla tutela dei consumatori: «il tema dei rischi connessi al servizio digitale rimane tutto e va superato», ha detto Giovanni Calabrò, responsabile Dipartimento Affari legali Antitrust.
L’EVOLUZIONE DEL TURISMO ORGANIZZATO
Nel corso della ventesima edizione del Digital Day, spazio anche al turismo organizzato con Domenico Pellegrino, ceo Bluvacanze: «In molti pensano che il nostro settore sia avverso alla tecnologia, ma non è così. Il turismo è stato anzi pioniere dello sviluppo tecnologico: ciò che oggi va ristabilita è la fiducia da parte dei consumatori, con loro il dialogo deve essere continuo». Il digitale, dunque, si conferma priorità dell’intera filiera: «Tutte le aziende del turismo stanno lavorando molto, non solo sui pagamenti digitali – ha raccontato il ceo di Bluvacanze – È ad esempio sempre più diffusa la digitalizzazione del contratto di viaggio con archiviazione in cloud; anche i documenti di viaggio sono completamente digitali. Siamo in una nuova fase del nostro sviluppo tecnologico, la nuova frontiera è arrivare a uno stato evoluto: il confine tra online e offline non ha più ragione di esistere».
NASCE L’OSSERVATORIO SUL DIGITALE (ANCHE TURISTICO)
Infine, durante il Digital Day è stato firmato l’accordo di collaborazione tra l’Apsp, la Fondazione Italian Digital Hub e l’Università Lum di Bari per la creazione di un Osservatorio permanente sul digitale declinato in numerosi altri osservatori verticali (tra cui turismo, blockchain, intelligenza artificiale, pagamenti elettronici, cyber security, sport, agricoltura). «L’obiettivo è mettere a sistema le eccellenze del mondo accademico e manageriale-professionale per costruire un think-tank orientato a interpretare i principali fenomeni del digitale e il loro impatto», ha dichiarato il rettore dell’Università Lum Antonello Garzoni.