No alla limitazione dei pagamenti anticipati sui pacchetti turistici e a possibili posizioni di vantaggio a favore di player come compagnie aeree nell’offerta di combinati (e alternativi): è la dura presa di posizione dell’Ectaa, l’European Council of Travel Agents Association, riassunta in una lettera aperta inviata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e ai commissari Adina Valean e Didier Reynders. Si chiede un urgente incontro-confronto per “bilanciare” la revisione della direttiva, di cui avevamo scritto qui. Nella lettera si esprime infatti una forte preoccupazione circa gli orientamenti emersi nel lavoro di revisione della direttiva sui viaggi tutto compreso (Ptd), la cui pubblicazione è prevista per il 29 novembre prossimo.
In linea con gli obiettivi della valutazione d’impatto iniziale della Commissione sulla direttiva, l’associazione rilancia la proposta di un esame approfondito e congiunto della Ptd e del Regolamento 261/2004 sui diritti dei passeggeri del trasporto aereo. Soprattutto, considerando le carenze messe in luce dalla pandemia nell’ambito di due specifici ambiti legislativi, ovvero i ritardi nel rimborso dei passeggeri da parte delle compagnie aeree dei voli cancellati e l’impatto che queste azioni hanno avuto sugli intermediari di viaggio, hanno richiesto un’azione solida risposta legislativa.
«Purtroppo, negli ultimi mesi – si legge nella lettera Ectaa – la mancanza di ambizione politica e gli obiettivi divergenti delle direzioni generali nell’Ue stanno svilendo i contenuti delle riforme significative, mentre la maggior parte delle domande relative alla protezione dei passeggeri emerse durante la pandemia hanno riguardato certe pratiche delle compagnie aeree. E è ora sorprendente che la dg Trasporti della Ue sembri propendere a ridurre al minimo gli obblighi per le compagnie nella prossima revisione dei diritti dei passeggeri. E al tempo stesso la dg Giustizia della Commissione Ue raccomanda requisiti più rigorosi per agenti di viaggi e tour operator, nonostante siano palesi i loro limiti operativi nelle problematiche insorte durante la pandemia».
La lettera dell’Ectaa prosegue evidenziando che «gli intermediari di viaggio sono particolarmente preoccupati per l’intenzione della Commissione Ue di introdurre una limitazione dei pagamenti anticipati nella prossima revisione del Ptd, specificatamente rivolta al pacchetto degli organizzatori di viaggio. Dal nostro punto di vista, ciò non è necessario, poiché l’attuale direttiva prevede già misure importanti a tutela dei viaggiatori in caso di insolvenza degli organizzatori. Al contrario, la prossima revisione del quadro normativo sui diritti dei passeggeri aerei mancherà di misure corrispondenti. Nemmeno la protezione dei pagamenti dei passeggeri dall’insolvenza delle compagnie aeree lo sarà. Quando dovrebbe essere semplicemente considerato un obbligo informare i consumatori sulla disponibilità di un’assicurazione (a un costo aggiuntivo) per proteggerli da questo rischio».
«Abbiamo già comunicato, insieme ad altre associazioni di categoria e di consumatori – prosegue la missiva dell’Ectaa – la mancanza di tale prodotto sul mercato. A peggiorare le cose, secondo le ultime informazioni raccolte, ci sarebbe anche la volontà di restringere il campo di applicazione della Ptd, escludendo le combinazioni vendute dalle compagnie aeree tramite operatori commerciali terzi (ad esempio auto società di noleggio, piattaforma di alloggio) dall’essere classificate come servizi di viaggio collegati con la contemplata Lta, Leisure Travel Allowance. Se la definizione dovesse effettivamente cambiare, le compagnie aeree saranno in grado di vendere combinazioni di servizi di viaggio senza dover aderire ad alcuno degli obblighi previsti dalla Ptd, inclusa la più limitata Lta, requisiti di vendita al dettaglio».
Per l’Ectaa questa potenziale scappatoia favorirebbe le compagnie aeree più grandi che potrebbero offrire servizi non protetti con combinazioni varie e perturbare pesantemente la concorrenza legale a svantaggio degli intermediari più piccoli. La lettera si chiude con la sottolineatura che «la mancanza di un coordinamento e di sforzi concertati su queste due importanti iniziative equivarrebbe a perdere un’occasione unica e accentuerebbe le frammentazioni già esistenti. Un approccio sbilanciato potrebbe erodere la parità di condizioni nell’industria dei viaggi e, in ultima analisi, danneggerebbe i consumatori riducendo la disponibilità di pacchetti di viaggio a causa di nuovi obblighi gravosi e onerosi per gli organizzatori, in particolare quelli di piccole e medie dimensioni imprese (Pmi)».
Pertanto, considerando i potenziali effetti negativi che queste iniziative potrebbero avere sulle piccole imprese, l’Ectaa chiede urgentemente un incontro e confronto con i membri della Commissione Ue per discutere ed esplorare soluzioni alternative.