Si può fare di più. Sulla revisione della direttiva pacchetti Ue si registrano passi avanti, ma non sono sufficienti a riequilibrare le tutele per le imprese di viaggio rispetto a quelle già ampie per i consumatori-viaggiatori: questa la valutazione espressa da Ectaa, l’European Council of Travel Agent Associations che rappresenta circa 80mila agenzie di viaggi e t.o. in Europa, a poche settimane dall’avvio della discussione all’Europarlamento della nuova proposta dalla Commissione Ue, dopo il vaglio del Coreper, l’organo preparatorio dei lavori del Consiglio.
Nello specifico l’Ectaa plaude all’eliminazione delle disposizioni che limitano i requisiti di pagamento anticipato con il relativo chiarimento delle definizioni di pacchetto turistico e servizi turistici collegati: cambiamenti che rappresentano un passo avanti nella creazione di un contesto normativo equo e prevedibile per il settore dei viaggi. Ma, sebbene l’Ectaa sostenga l’incorporazione delle regole sui voucher, l’organizzazione invita alla cautela poiché questi cambiamenti potrebbero non riuscire a prevenire le significative interruzioni sperimentate durante la pandemia di Covid. A questo proposito, gli agenti di viaggi e i tour operator sollecitano i politici a includere disposizioni mirate per vere e proprie misure di crisi che possano salvaguardare sia i consumatori che le imprese in circostanze straordinarie.
Nel merito, il presidente di Ectaa, Frank Oostdam, osserva: «Accogliamo con favore la decisione del Consiglio di rimuovere le misure che limitano i requisiti di pagamento anticipato, poiché ciò garantisce la flessibilità necessaria alle aziende per gestire le proprie operazioni in modo efficace. Ma sebbene il testo raggiunga un equilibrio in alcuni settori, determinate disposizioni rischiano di imporre oneri aggiuntivi al settore, che è ancora in fase di ripresa. Esortiamo dunque il Parlamento europeo a rivedere attentamente questi aspetti e a lavorare per una direttiva che supporti sia i consumatori che le imprese».
Inoltre, altri rappresentanti della filiera del turismo organizzato hanno aggiunto che sarebbe necessario chiarire l’inclusione di ragioni personali e soggettive nei casi di annullamento del pacchetto, che potrebbero consentire la risoluzione dei contratti senza penalità. Un’altra preoccupazione degli operatori del settore riguarda l’estensione della protezione in caso di insolvenza ai rimborsi che creerebbe notevoli sfide amministrative e finanziarie per tutte le imprese di viaggi.
A integrazione della posizione di Ectaa e del comparto dei viaggi in genere, sulla revisione della direttiva pacchetti la Fto-Confcommercio, che aderisce all’organismo europeo, chiede di concentrarsi su tutto ciò che esula dai pacchetti stessi e che, secondo stime attendibili, equivale a oltre l’80% dei viaggi, rispetto a cui il consumatore non ha alcuna protezione e ovviamente si fa riferimento a tutti quei servizi turistici erogati da altri soggetti, in primis le compagnie aeree. E in particolare l’associazione cita a titolo di esempio la generale assenza di fondi a copertura dell’insolvenza nell’ambito dei vettori aerei.
A tal proposito Franco Gattinoni, presidente di Fto, spiega: «La nostra mission è da sempre tutelare il cliente, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare il nostro lavoro. Le regole Ue invece ci costringono a oneri economici e burocratici insostenibili, in particolare rispetto all’articolo 12 della direttiva che disciplina il recesso e all’aleatorietà delle circostanze eccezionali e imprevedibili che giustificano il rimborso e aprono spazi a interpretazioni soggettive e possibili contenziosi. Non vorremmo che i nostri associati diventassero il parafulmine che deve farsi carico di tutti i rischi e le incognite, mentre la stragrande parte del mercato dei viaggi non dà alcuna garanzia al turista. Proteggerlo è il nostro mestiere, ma se si tira troppo la corda, non saremo più in grado di farlo con la professionalità e la dedizione che oggi tutti ci riconoscono».