Iniziato il conto alla rovescia per la revisione della Direttiva pacchetti Ue e, proprio nell’imminenza di un dibattito che si preannuncia per nulla semplice, Fiavet scrive al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al ministro del Turismo Daniela Santanchè, ai Capi delegazione Italia del Parlamento Europeo, agli europarlamentari italiani in Commissione Trasporti e turismo, all’Ectaa.
E ribadisce che “alla vigilia dell’avvio dell’iter legislativo del provvedimento che condiziona le regole di un mercato vastissimo e che rappresenta la maggior parte dei fatturati del settore, Fiavet Confcommercio manifesta la propria preoccupazione di fronte a una impostazione di base errata che sarà difficile correggere in corsa, se non con il rischio di una forte contrapposizione tra le componenti dell’industria e dei consumatori – ipotesi da scongiurare – ovvero di varare una normativa iniqua e squilibrata che rafforzerà solo sulla carta i diritti dei consumatori, in realtà rendendoli più precari e di difficile esercizio”.
In particolare, la federazione fa riferimento all’ipotesi di introdurre limitazioni degli anticipi per il pacchetto turistico, frutto di una errata impostazione di fondo, nata da una criticità emersa in occasione della pandemia Covid-19, che rappresenta un evento unico nel suo genere, e che non può essere assunta come parametro per le regolamentazione delle ordinarie dinamiche giuridiche legate alla vendita di pacchetti.
Qualora ci fossero situazioni similari alla recente pandemia, il legislatore europeo, secondo la federazione, potrebbe valutare la previsione del rimborso tramite voucher assistiti da garanzie, come quelle previste nella direttiva già esistente, ampliandone il raggio di azione.
Il voucher rappresenta infatti uno strumento che garantisce le imprese dai problemi di liquidità e allo stesso tempo attribuisce al consumatore uno strumento di diritto per il recupero del proprio credito. Nella missiva inviata a Bruxelles e ai vari referenti istituzionali Fiavet precisa: “Si potrebbero anche prevedere forme di cessione dei voucher al sistema bancario e creditizio, per coprire anche l’ipotesi di quei consumatori che non vogliano attendere la scadenza naturale del voucher e monetizzarlo prima”.
Inoltre, Fiavet ritiene fondamentale fissare regole uguali per tutti i componenti della filiera. Attualmente infatti in caso di recesso dal contratto da parte del consumatore per cause di forza maggiore (guerre, terremoti come si sono verificati ultimamente, ad esempio) il rimborso del prezzo è espressamente previsto a carico dell’organizzatore del pacchetto turistico, il quale deve poi rivalersi presso ogni singolo fornitore. Non essendoci una regolamentazione sui contratti di fornitura legati al pacchetto (B2B) e né l’espressa previsione dell’obbligo del rimborso anche da parte dei fornitori, l’organizzatore del pacchetto turistico si trova in serie difficoltà a recuperare quanto investito per il consumatore.
È altrettanto importante evitare nuove norme che consentano a soggetti diversi dalle agenzie di viaggi di creare il pacchetto. Se a qualunque fornitore fosse concesso di costruire un pacchetto turistico aggregando più servizi, oltre a creare una concorrenza sleale nella filiera, si priverebbe il consumatore del regime di tutela e responsabilità previsto attualmente nella vendita di pacchetti turistici da parte di professionisti deputati all’organizzazione del viaggio.
“Qualche giorno fa – conclude la lettera della federazione – l’Ectaa, che rappresenta a livello europeo il comparto, ha scritto una lettera aperta ai vertici delle istituzioni europee che evidenzia molti dei temi sopra evidenziati abbiamo quindi ritenuto necessario appoggiare e ribadire tale posizione, considerando che proprio le circostanze prese come metro per ipotizzare l’aumento del livello di protezione dei consumatori (pandemia Covid e Fallimento di Thomas Cook), in realtà hanno palesato, pur nella loro straordinarietà, la tenuta dell’attuale livello di tutela”.