Dall’imposizione del tetto ai pagamenti anticipati alle agenzie di viaggi all’esclusione dalla normativa sul “tutto compreso” delle cosiddette combinazioni libere delle compagnie aeree tramite terzi (ad esempio, società di noleggio auto o piattaforme di alloggio). E in generale l’adozione di due pesi e due misure a favore dei vettori e a sfavore di adv e t.o. Sono alcuni dei punti chiave dell’accesissimo dibattito sulla riforma della Direttiva Ue sui pacchetti turistici, prevista per il 29 novembre, delle cui ipotetiche correzioni richieste dalle imprese di viaggio italiane abbiamo scritto qui.
Una discussione nella quale si inserisce, con piglio deciso, anche Michele Serra, presidente di Quality Group, tra i principali player nel mercato dei viaggi. «Il mondo del turismo è ormai abituato a cantare e portare la croce, tanto più dopo avere passato la prova del fuoco con il Covid. Ma quando è troppo è troppo», scrive in un fermo post su LinkedIn.
«Non si può da una parte lodare il nostro contributo al Pil mondiale e dall’altra pretendere di addossare a tour operator e agenzie di viaggi ogni responsabilità civile, economica e finanziaria. È ora di capire una volta per tutte che il nostro lavoro è svolto in collaborazione stretta e inscindibile con tutti gli altri attori e che, pertanto, la responsabilità va condivisa in modo solidale. Mi spingo fino a dire che il turista stesso è chiamato, in misura della ragionevolezza, ad accettare i rischi dell’organizzazione di un viaggio», afferma.
E poi conclude: «Bisogna smetterla di scaricare sull’organizzatore di viaggi qualsiasi criticità socio-politico-militare-ambientale-sanitaria, nonché il rischio del fallimento di qualsiasi altro componente della filiera. Il mondo non è più quello degli anni Settanta. Sarebbe ora che lo capissero anche a Bruxelles».