Disegno di legge turismo: il diktat di Bernabò Bocca
Consentire agli alberghi italiani di utilizzare il sistema Hotelstars Union e istituire il codice identificativo e il registro nazionale per gli affitti brevi. Sono le richieste che Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha avanzato alla Commissione X della Camera dei Deputati durante l’audizione sulla proposta di legge C.1698, recante delega al governo in materia di Turismo.
Bocca, nel segnalare come si tratti del primo provvedimento integralmente e specificamente dedicato al turismo che viene portato all’esame del Parlamento dopo tanti anni, sottolinea come le imprese del settore lo abbiano accolto con sentimenti contrastanti: «Di certo l’apprezzamento per un segnale d’attenzione che da tempo aspettavamo, ma anche una punta di preoccupazione per i contenuti, limitati a pochi argomenti nonché la perplessità per i tempi, sicuramente non brevi, che si prefigurano per l’entrata in vigore».
Il Parlamento, spiega il numero uno di Federalberghi, «deve introdurre semplificazioni sia sulla possibilità di sviluppare nuovi servizi sia in relazione alla gestione dei rapporti di lavoro e, in particolare, ai voucher e ai contratti a termine». E riguardo alla classificazione alberghiera «la legge delega deve consentire espressamente agli alberghi italiani di utilizzare il sistema Hotelstars Union su base volontaria, in aggiunta al sistema pubblico».
Il sistema Hsu è attualmente adottato in 17 Paesi europei, tra cui la Germania, l’Austria e quasi tutto il Nord Europa, in cui abitano circa 180 milioni di persone che sono abituate a “leggere” il mercato turistico parlando il linguaggio della classificazione unica.
«Stare fuori dal sistema Hsu – commenta Bocca – equivale a stare fuori dall’euro o a reintrodurre il controllo passaporti alle frontiere interne all’Unione. Giorno dopo giorno, ci facciamo del male, erigendo una barriera che ostacola l’arrivo dei turisti stranieri».
E ancora, «va istituito al più presto un codice identificativo nazionale obbligatorio per i cosiddetti affitti brevi. Chiediamo, inoltre, che venga istituito un registro pubblico, accessibile ai consumatori e agli organi di controllo, che consenta di identificare univocamente tanto l’ubicazione e le caratteristiche degli alloggi ai quali viene assegnato il codice, quanto le generalità del locatore», aggiunge il presidente dell’associazione degli albergatori, che chiarisce come «se si oltrepassano le soglie previste da ciascun Paese non scatta alcun divieto di svolgere l’attività, ma unicamente l’obbligo di esercitarla nel rispetto delle regole previste per le imprese turistico ricettive».
Infine, per assicurare una corsia preferenziale ai temi che stanno a cuore al settore, Bocca propone di «anticipare per quanto possibile l’entrata in vigore di alcuni dei contenuti della delega, integrando i provvedimenti in corso di esame, a partire dal decreto crescita che nei giorni scorsi ha iniziato il proprio iter alla Camera».