Divieti, mascherine e test: il travel Usa nell’era Biden
Il travel è al centro dei primi provvedimenti di Joe Biden come neo-presidente degli Usa: da un lato la pioggia di aiuti che arriveranno nelle prossime settimane, dall’altro l’inasprimento delle misure legate ai viaggi.
Così, se da oggi entra in vigore l’obbligo di quarantena (10 giorni) e test Covid-19 negativo prima dell’imbarco per chiunque si rechi in territorio statunitense, sempre nella giornata odierna la Casa Bianca confermerà il divieto di entrare negli Stati Uniti per i viaggiatori provenienti da Europa, Regno Unito, Brasile e Irlanda. Il divieto dovrebbe essere esteso anche al Sudafrica, epicentro di una nuova variante del virus estremamente contagiosa.
Il divieto – che permette vi entrare però negli Usa per motivi di salute, di lavoro o di estrema necessità – era già in atto da molti mesi, ma qualche giorno prima di lasciare lo studi ovale, l’ex presidente Donald Trump, aveva deciso di abolire la norma a partire dal 26 gennaio e riapre le frontiere. Il neo presidente Joe Biden, invece, aveva immediatamente fatto sapere che avrebbe reimposto le misure appena avrebbe preso possesso dei pieni poteri.
Sempre la scorsa settimana, infine, Biden aveva firmato altri due decreti esecutivi: uno impone l’obbligo di utilizzare la mascherina su tutti i luoghi di proprietà federale e a bordo di aerei, treni, navi e autobus; il secondo abolisce il “muslim travel ban”, che dal 2017 impediva l’emissione del visto e quindi l’ingresso negli Usa per le persone provenienti da Siria, Iraq, Iran, Sudan, Somalia, Yemen e Libia.
Negli anni il muslim trave ban ha subito numerose modifiche con regole e Paesi che entravano e uscivano dai testi di legge. Nella sua ultima versione lo stop era imposto ai seguenti Paesi: Iran, Libia, Somalia, Siria, Yemen, Venezuela e Corea del Nord.